Assalto al portavalori pianificato, il commando sardo sapeva che la strada era chiusa
Le auto rubate in attesa di individuare l’occasione giusta che è arrivata con il restringimento della carreggiata
San Vincenzo I banditi da tempo sapevano che il portavalori avrebbe fatto quel tragitto – lo stesso di ogni mese – per consegnare i soldi destinati agli uffici postali per il pagamento delle pensioni in provincia di Grosseto, ma aspettavano soltanto il momento giusto per entrare in azione. La condizione principale (neppure troppo rara per la Variante Aurelia) per mettere in atto quel piano, con ogni probabilità studiato da mesi, consisteva però in un restringimento di carreggiata. Che si è realizzato intorno ai primi di marzo quando Anas ha comunicato che lo svincolo San Vincenzo sud sarebbe rimasto chiuso fino all’11 aprile. Ed ecco che l’ultimo tassello (il più importante) è andato al suo posto. Un modo di agire tipico di un gruppo criminale con base in Sardegna, dove negli ultimi mesi, in particolare nella provincia di Nuoro, sono stati messi a segno assalti simili con armi da guerra, esplosivi e nessun ferito. Proprio come quello avvenuto intorno alle 18 di venerdì scorso lungo l’Aurelia, poco prima di San Vincenzo sud e dopo la galleria di San Carlo.
I mezzi E che i criminali stessero ideando il colpo, studiandolo nei minimi particolari, è dimostrato dai furti dei mezzi usati per metterlo a segno: due furgoni rubati da un autonoleggio di Castelnuovo Berardenga (Siena) e due auto sottratte ai legittimi proprietari a Roma, diversi mesi fa. Per la precisione tra ottobre e novembre, hanno poi appurato le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Livorno e della Compagnia di Piombino.
La strategia La strategia usata dal commando è ormai consolidata. I portavalori del Gruppo Battistolli vengono superati da un furgone che decelera lentamente mentre si avvicina al restringimento di carreggiata. Allora, per non tamponare il mezzo che li precede, sono costretti a rallentare a loro volta, senza la possibilità di sorpassarlo perché la carreggiata, in quel tratto, è ridotta a una sola corsia. Ed ecco che, a un certo punto, i portavalori frenano di colpo perché il furgone davanti, quello con a bordo i banditi, inchioda. Il secondo, invece, chiude da dietro, impedendo la retromarcia. Ed ecco che sopraggiungono tre auto – due Volvo portate via a Roma e una Volkswagen Tiguan, sottratta a un medico di Orbetello minacciato con il kalashnikov – ai due furgoni dei rapinatori che immediatamente scendono e aggrediscono i portavalori: sparano in aria, al vetro blindato pur sapendo che il proiettile non lo forerà per intimidire i vigilantes. Poi utilizzano un esplosivo per sfondare il blindato e accedere alla refurtiva. Poi fanno saltare la porta blindata, prendono le sacche con dentro tre milioni di euro e danno fuoco a tutto, prima di salire sulle tre auto e fuggire via, imboccando probabilmente uno dei primi svincoli per percorrere strade secondarie, prive di telecamere.
Le macchine Al momento le due Volvo sono le uniche auto usate dai malviventi per la fuga ritrovate: la prima – un Suv blu, un Volvo XC60 – era stata abbandonata in un campo nel comune di Castelnuovo Val di Cecina, in provincia di Pisa; la seconda, di colore grigio, è stata ritrovata in una strada sterrata in una zona impervia fuori dall’abitato di Suvereto. Manca ancora all’appello la Tiguan rubata al medico di Orbetello mentre era al volante. Le indagini proseguono. (m.t.)