La Nuova Sardegna

IL COMMENTO

«Ecco perché il cardinale Becciu può partecipare al Conclave che eleggerà il nuovo papa»

di Ivano Iai
«Ecco perché il cardinale Becciu può partecipare al Conclave che eleggerà il nuovo papa»

Sono elettori coloro che in numero non superiore a 120, non avendo compiuto 80 anni d’età, non siano stati deposti o privati della dignità cardinalizia

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I paesi della Sardegna salutano il giorno di Pasqua in modo singolare: uomini, ma anche donne, delle età più diverse imbracciano fucili da caccia o impugnano pistole e sparano al cielo proiettili veri, intonando un frastuono che affascina e spaventa. Si saluta così il primo incontro tra Gesù, dopo la risurrezione, e la Madonna, sua madre e madre della Chiesa. Da bambino, a Nule, assistevo inorridito a quest’agghiacciante rappresentazione. Il mio desiderio era di scappare via e tornare al silenzio di commozione che avevo vissuto durante la settimana santa, eppure restavo immobile, nella piazza principale del paese diventata un letto di fiori colorati, perché, riflettevo, se si fa così sarà stata la Chiesa ad averlo approvato. Oggi, dopo anni, il mio desiderio di fuggire una tradizione stonata non incontra più l’ostacolo della consuetudine che nell’infanzia ho subito con insindacabile accettazione, ma ieri, ancora tempo di Pasqua, alle esequie di Papa Francesco in una piazza San Pietro carica di emozioni, ho scorto i fucili dei potenti incontrarsi con l’uomo che ha predicato la pace e affidato il suo ultimo grido al cardinale Re: “Costruite ponti, non muri! ” . Durante la vacanza della Sede Apostolica il governo della Chiesa universale spetta al Collegio dei cardinali che, tuttavia, non può modificare le disposizioni vigenti (can. 335) e, per ciò che concerne l’elezione del nuovo Papa, deve osservare le leggi speciali, in particolare la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis emanata il 22 febbraio 1996 da Papa San Giovanni Paolo II e riformata il 22 febbraio 2013 da Papa Benedetto XVI con motu proprio Normas Nonnullas.

In questi giorni, si leggono diverse posizioni intorno all’interrogativo se il cardinale sardo Giovanni Angelo Becciu potrà prendere o meno parte al Conclave chiamato a eleggere il nuovo vescovo di Roma. Si tratta di questione marginale al confronto con le situazioni serie, quali discriminazioni, povertà, guerre e altre forme di mortificazione della dignità umana, che la Chiesa è chiamata ad affrontare indicando ai governanti del mondo posizioni chiare e realistiche da seguire. La Chiesa ha le sue leggi, ispirate al Vangelo anche quando regolino aridi profili di natura istituzionale e amministrativa, necessari anche per il governo di uno stato minuscolo ma tanto influente, universalmente conosciuto ma spesso inascoltato. Ed è certo che il Sacro Collegio potrà affermare, sin da subito, l’impronta che segnerà il nuovo pontificato: di accoglienza e non di rifiuto, di misericordia e non di emarginazione. L’Universi Dominici Gregis detta norme precise: cardinali elettori sono coloro che, in numero non superiore a 120, non avendo compiuto 80 anni d’età il giorno precedente al decesso del romano Pontefice e durante la vacanza della Sede Apostolica (artt. 33-35) , non siano stati deposti o privati della dignità cardinalizia (art. 36). Il cardinale Becciu, mai sottrattosi all’adempimento dei munera connessi alla porpora, è nella piena e incontrovertibile titolarità della dignità cardinalizia, per le norme e nei fatti, tanto da aver preso parte ai Concistori e alle riunioni del Sacro Collegio sia durante il pontificato di Papa Francesco, sia dopo la sua morte. Nessuno, e tanto meno il Santo Padre Francesco, lo ha escluso dalla comunione con i confratelli. Lo ha incoraggiato, invece, a costruire ponti, non muri, sotto la croce di Cristo, dove sparare non potrà mai essere sinonimo di sperare.

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