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L’analisi

Clima, la Sardegna cambia volto: più caldo, meno piogge, eventi estremi in aumento

Clima, la Sardegna cambia volto: più caldo, meno piogge, eventi estremi in aumento

Ecco i dati dell’indagine 2025 del Sole 24 Ore. Si salva solo la provincia di Cagliari

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Sassari Nonostante il suo clima mite e l'immagine di terra baciata dal sole, la Sardegna si scopre vulnerabile. Secondo l’indagine 2025 del Sole 24 Ore sulla qualità climatica delle città italiane, aggiornata al decennio 2014-2024, l'isola registra risultati meno lusinghieri di quanto si potrebbe immaginare. Tra le province sarde, solo Cagliari riesce a conquistare una posizione dignitosa nella classifica nazionale, mentre Sassari, Oristano e Nuoro scivolano nella metà inferiore della graduatoria.

L'analisi, basata su quindici parametri meteorologici, racconta una Sardegna che, pur mantenendo temperature generalmente più miti rispetto ad altre regioni italiane, subisce gli effetti del riscaldamento globale in maniera sempre più evidente. Cagliari, grazie alla sua posizione geografica e alla costante ventilazione marina, si attesta al 22° posto nazionale, mostrando una certa resilienza di fronte ai fenomeni estremi che altrove dilagano. Tuttavia, il dato non basta a compensare il quadro generale dell'isola.

Sassari si ferma infatti al 64° posto, seguita da Oristano al 67° e da Nuoro al 70°. Numeri che testimoniano una situazione più complessa e sfumata di quella che un osservatore superficiale potrebbe aspettarsi da una delle terre simbolo del Mediterraneo. La Sardegna, dunque, non è immune. Le sue città stanno vivendo un aumento significativo dei giorni con picchi di calore oltre i 35 °C, un incremento delle notti tropicali, periodi di siccità più prolungati e un'intensificazione degli eventi di pioggia estrema, che portano a fenomeni alluvionali concentrati in brevi archi temporali.

La crisi climatica assume sull'isola tratti peculiari. Mentre il Sud Sardegna riesce in parte a mitigare gli effetti più gravi grazie al mare e a una ventilazione ancora favorevole, le aree settentrionali e interne, come il Sassarese e il Nuorese, sembrano invece più esposte ai nuovi squilibri atmosferici. La stagnazione dell’aria aumenta, portando con sé anche problemi di qualità atmosferica, e la pioggia, pur cadendo meno spesso, si manifesta con maggiore violenza, sovraccaricando i terreni e mettendo a dura prova l'ambiente naturale.

La fotografia tracciata dallo studio non è allarmistica, ma nemmeno rassicurante. Se è vero che alcune province italiane, in particolare nella Pianura Padana, mostrano criticità ancora più gravi, è altrettanto vero che la Sardegna, considerata da sempre una sorta di rifugio climatico, non può più considerarsi esente dalle dinamiche del cambiamento. I dati dicono che l'Isola non è più soltanto sinonimo di estate eterna e cieli tersi, ma anche di estate torrida, notti afose e siccità estreme.

Questo mutamento, se da un lato non cancella il fascino naturale del territorio, dall’altro impone nuove riflessioni sulle strategie di adattamento e gestione del rischio. La Sardegna, che ha fatto del suo clima una risorsa economica e turistica, deve oggi interrogarsi su come affrontare un futuro in cui il sole non sarà più soltanto una promessa di benessere, ma anche una sfida da gestire con intelligenza e consapevolezza.

In un’Italia sempre più segnata dagli estremi climatici, l’isola si trova dunque di fronte a un bivio: continuare a vivere di rendita su un’immagine che rischia di diventare anacronistica, o prepararsi ad affrontare una nuova stagione di cambiamenti con realismo e lungimiranza. Il clima mite rimane una realtà, ma è una realtà sempre più fragile. E i numeri, questa volta, parlano chiaro.

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