La Nuova Sardegna

Sassari

Prima la guerra fredda e poi il benservito

Prima la guerra fredda e poi il benservito

Nel 2011 il giovane dg entrò in rotta di collisione con Angela Cavazzuti, direttore amministrativo

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SASSARI. I numeri non sono opinabili, si sa. E quando due esperti si mettono a tavolino, calcolatrice in mano, dovrebbero risolvere le eventuali divergenze di opinione a tempo di record. Questo spiega l’ostinazione con cui Angela Cavazzuti nel settembre del 2010 difese il “suo” bilancio con un disavanzo facilmente recuperabile attraverso una oculata gestione dei fondi e delle risorse. Secondo il sostituto procuratore della Repubblica Gianni Caria, il direttore amministrativo pagò a caro prezzo il suo orgoglio. Al momento di chiudere le indagini, il pm ha dedicato un lungo capitolo alla guerra fredda che quattro anni fa precedette il benservito alla Cavazzuti. In uno dei tre capi di imputazione che riguardano solo Marcello Giannico (abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e diffamazione aggravata) si parla du ordini tesi a isolare e “disarmare” la dirigente riottosa. Prima ordinando che non le venissero più consegnati gli originali degli atti e le proposte di delibere per la firma, e poi disponendo lo smantellamento della struttura amministratica a disposizione del direttore amministrativo. I collaboratori di fiducia di Cavazzuti vennero dirottati verso altri uffici mentre lei, sempre più isolata, ricevette l’ordine di non organizzare riunioni se non dopo avere chiesto prima l’autorizzazione al direttore generale. Autorizzazioni che non arrivavano, come del resto i documenti indispensabili per svolgere il proprio lavoro.

In questo clima, ricostruito dalle Fiamme Gialle durante le indagini preliminari, maturarono quattro procedimenti disciplinari nei confronti di angela Cavazzuti che nel dicembre del 2011 venne messa alla porta, quattro mesi dopo il suo arrivo ai vertici amministrativi della Asl e quattro anni prima della scadenza del contratto. Il 22 novembre, con una delibera finita sotto la lente di ingrandimento della Procura, Marcello Giannico emesse il verdetto senza appello nei confronti della dirigente: accusata di avere assunto un atteggiamento «poco collaborativo e contrario agli indirizzi e alle direttive della Direzione generale». In un comunicato che può essere considerato la motivazione della “sentenza” di licenziamento, il dg accusò Cavazzuti di gravi comportamenti. Secondo il pm, quell’ultimo atto fu una grave offesa alla reputazione del direttore amministrativo. Da qui l’ipotesi di reato di diffamazione aggravata.(d.s.)

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