La Nuova Sardegna

Sassari

Bono: rivolta per la soppressione dell’asilo

Bono: rivolta per la soppressione dell’asilo

Il sindaco Sau e i genitori degli alunni protestano contro la chiusura di una classe della scuola materna

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BONO. «Giù le mani dalla scuola materna». A dirlo, con forza, sono i genitori dei bimbi che frequentano l’asilo di Bono, supportati dal sindaco del centro del Gocenao, Michela Sau, dopo la notizia della possibile chiusura di una delle classi in nome dei tagli alla spesa pubblica. Genitori e amministrazione comunale sono in prima linea, fianco a fianco, per difendere il mantenimento della classe e nei giorni scorsi il primo cittadino ha inviato all’ufficio scolastico provinciale una dura lettera di protesta, controfirmata anche dalle famiglie degli alunni. Una lettera con cui l’amministrazione comunale e i cittadini di Bono, hanno voluto ribadire con forza il proprio disappunto per la soppressione della classe: una scelta che, a detta del sindaco, è «frutto di insensate logiche politico-normative non applicabili al caso concreto».

Sopprimere una classe avrebbe come risultato, secondo i firmatari, unicamente quello di tagliare l’organico e di creare classi-pollaio senza tenere conto, come si legge nella lettera, «della sicurezza degli allievi e degli insegnanti». Gli alunni della scuola materna di Bono attualmente sono 59, che quindi andrebbero divisi in una classe da 29 e una da 30, ma tale conteggio non considera altri 5 “anticipatari” che intendono frequentare regolarmente la scuola per tutto l’anno. Il limite fissato dal Ministero arriva a 29 alunni per ciascuna classe, ma sia una Risoluzione del Senato sia una sentenza del Tar Molise - citate dal sindaco Sau nella sua lettera all’ufficio scolastico - esprimono parere favorevole alla rimodulazione di tale cifra attraverso una «valutazione in concreto circa le condizioni di sicurezza e salubrità degli ambienti». Le deroghe vengono sovente concesse, come si sa, anche in considerazione degli svantaggi dovuti alla posizione geografica dei Comuni: da qui la richiesta di «rettifica» del provvedimento avanzata dal sindaco e dalla comunità di Bono, che nella lettera ricordano appunto «le deroghe in materia spesso concesse nei confronti di altre realtà, ben lontane dai numeri previsti dalla normativa e non in linea con la ratio dei tagli alla spesa previsti dalle norme nazionali». La richiesta è cortese, ma la volontà di portarla avanti anche attraverso azioni di protesta è lampante.

«Come al solito - aggiunge infatti il sindaco Sau - vengono applicate alla lettera disposizioni normative assurde senza tenere in minima considerazione le ripercussioni sui bambini, che sono il bene da tutelare. Qualora dall’ufficio scolastico provinciale arrivasse una risposta negativa alla richiesta di dietrofront intraprenderemo qualsiasi azione idonea a bloccare quest’ennesimo scempio». (b.m.)

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