La Nuova Sardegna

Sassari

Una piccola cantina sfida i grandi vini della Sardegna

Una piccola cantina sfida i grandi vini della Sardegna

PORTO TORRES. «Ridotto, cenni di pepe, gusto appena amarognolo, radici, vino molto verace, un po’ piccolo - in gergo, molto giovane - ma grintoso». Riferito ad un vino neonato, è un giudizio molto...

07 ottobre 2014
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PORTO TORRES. «Ridotto, cenni di pepe, gusto appena amarognolo, radici, vino molto verace, un po’ piccolo - in gergo, molto giovane - ma grintoso». Riferito ad un vino neonato, è un giudizio molto più che lusinghiero. Il rosso in questione si chiama Muttos, è un cagnulari di 14,5 gradi, è classificato Igt , ha ottenuto una votazione di 16/20 ed è prodotto dalla cantina “Il grappolo d'oro” di Fabrizio Sassu. A premiarlo con una votazione così elevata è l'edizione 2015 della guida de L'Espresso “I vini d'Italia”, riferendosi ai migliori vini prodotti in Sardegna. Per i meno esperti, 16/20 si traduce così: è un vino ottimo, per le tipologie cosiddette minori è un risultato notevole. «È una soddisfazione grandissima – esordisce Fabrizio, 42enne erede di una famiglia che con l'arte del vino ha sempre avuto a che fare –. Quasi per gioco, lo scorso giugno ho mandato il vino affinchè venisse degustato per la guida de L'Espresso, ma non speravo in un risultato così importante». «Mio nonno è stato un grande vignaiolo – precisa – , aveva il podere nell'attuale viale delle Vigne. Mio padre mi ha trasmesso l'amore per la terra e ho lavorato per vent'anni con Paolo e Alessandro Dettori, ai quali va un ringraziamento particolare». Fabrizio Sassu ha rilevato alcuni anni fa proprio da Paolo Dettori la cantina di via Vittorio Emanuele, ad Alghero: «Sono emigrato nella Riviera del Corallo rilevando la vecchia cantina Dettori – dice ancora Sassu –. Ho rinnovato tutto cercando di portar lì varie qualità di vini e affinandole in botti di rovere, una tecnica assai complicata, che richiede molto lavoro per evitare si creino difetti. Con mia moglie Anna abbiamo pensato di migliorarci, anche perché il mercato del vino sfuso è molto ristretto e volevamo produrre per esportare». Detto, fatto. «Produciamo tremila bottiglie l'anno – spiega Fabrizio Sassu –. La nostra è una cantina giovane che ha deciso di produrre collaborando con una cantina amica, quella di Guido Pisoni. Dal 2011 lavoriamo in autonomia. I vigneti si trovano a Sos Lacheddos, a Usini, e viene coltivato solo cagnulari. Il vino che otteniamo ha 14,5 gradi e lo ho chiamato Muttos in onore del canto molto diffuso in Sardegna. La menzione nella guida de L'Espresso ci rende orgogliosi ed è uno sprone a continuare, tra l'altro noi lavoriamo in modo assolutamente tradizionale, e quando solo ci serve una consulenza parliamo con l'enologo Aldo Buiani».

Emanuele Fancellu

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