Vini di Coros, patrimonio di un intero territorio
La rassegna di Usini è diventata un appuntamento irrinunciabile per i viticoltori Migliorate numerose produzioni, salvato il pregiato vitigno autoctono Cagnulari
USINI. La XVIII edizione dei “Vini di Coros” ancora una volta ha fatto valere tutta la sua importanza. La manifestazione nata col chiaro intento di invogliare i produttori a migliore la qualità dei propri vini, valorizzandone le produzioni e aprendosi ai mercati che contano. «Diciotto anni sembrerebbero pochi, o forse tanti dipende solo da come si è lavorato e quello che si è riusciti a realizzare – ha detto professor Giovanni Antonio Farris dell’Università di Sassari che ha avuto un ruolo fondamentale all’interno della manifestazione fin dalla sua nascita –. Usini non aveva bisogno di una sagra per il vino, era necessario rimboccarsi le maniche per migliorare un prodotto di per se buono. Le indicazioni tecnologiche impartite dagli esperti nel corso di questi anni sono state colte con attenzione dagli addetti del settore, le hanno sapute applicare e i vini adesso possono competere anche a livello nazionale». Farris in apertura non poteva prescindere dal non citare Billia Cherchi: «A lui va tutto il nostro ringraziamento per quello che ha rappresentato per l’enologia riuscendo a salvare un vitigno specifico come il Cagnulari. Se oggi si parla di Cagnualri – ha proseguito Farris – lo dobbiamo proprio a Billia Cherchi, nessuno lo deve dimenticare neanche le grandi cantine che imbottigliano questo vino». Dalla nascita di “Vini di Coros” la crescita è stata esponenziale perché questa manifestazione ha contribuito a fare crescere il numero di cantine che imbottigliano il vino, oggi se ne contano sette, tutte con ottimi risultati. L’obiettivo è anche quello di fare crescere il territorio, sulla spinta e l’esempio dei viticoltori di Usini altri centri stanno dimostrando di saper fare il vino, a confermare questa tesi sono stati proprio i risultati della premiazione. «Tenevamo tantissimo che questa manifestazione andasse avanti – ha detto nel suo intervento il sindaco Antonio Brundu –. Per noi della nuova amministrazione è stato un primo impegno importante da affrontare, grazie al sostegno degli amministratori in particolare all’impegno dell’assessore all’agricoltura Giovanni Antonio Sechi, siamo riusciti ad organizzarla in fretta spendendo molte energie nonostante le poche risorse». Il sindaco ha voluto ringraziare tutti i produttori che hanno aderito all’iniziativa portando inoltre il saluto del Presidente del consiglio regionale Gian Franco Ganau. A differenza delle passate edizioni quest’anno per il convegno si è voluto toccare un tema del tutto nuovo guardano al passato per capire meglio le origini della viticultura in Sardegna. “Come la storia può rappresentare un valore aggiunto per i vini della Sardegna” ha infatti avuto come relatori diversi docenti universitari di Sassari e Cagliari. La serata si è conclusa con la visita alla mostra fotografica a cura di Stefano Di Domenico, e l’intrattenimento musicale del Coro di Usini e del cantautore Gian Mario Virdis.