La Nuova Sardegna

Sassari

Morto dopo biopsia, confronto tra periti

di Nadia Cossu

Entra nel vivo il processo a due chirurghi accusati di omicidio colposo. Rigettate tutte le eccezioni

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SASSARI. Si aprirà con un confronto tra i consulenti l’istruttoria dibattimentale nel processo a carico dei due chirurghi sassaresi Alberto Porcu e Stefano Pilo, imputati di omicidio colposo dopo la morte del paziente Tullio Coratza, 58enne originario di Tresnuraghes, caposquadra elettricista per un’azienda. L’uomo era morto a maggio del 2012 alle cliniche San Pietro di Sassari in seguito a una toracotomia eseguita per la diagnosi di un tumore al mediastino. Dopo la denuncia in Procura da parte dei familiari assistiti dagli avvocati Giuseppe e Carlo Longheu, il gup Grotteria aveva chiesto il processo per il direttore del reparto di Chirurgia delle grandi obesità Porcu e per il suo collega Pilo. Con un’accusa insolita nelle inchieste per colpa medica: la soppressione di parti di cadavere. Questa ipotesi di reato si era aggiunta alle due precedenti (omicidio colposo e falso) in udienza preliminare su decisione dell’allora pubblico ministero Elisa Loris. Il medico legale che eseguì l’autopsia sul corpo del paziente segnalò infatti l’assenza del pericardio – la membrana che avvolge il cuore – misteriosamente sparito. Il pm Piras ha però anticipato che per questo reato chiederà l'assoluzione. «La soppressione di parti di cadavere – ha spiegato – sussiste nei casi in cui spariscano parti come una mano o un braccio che suscitano l’idea della pietà verso il defunto. Nel caso specifico, invece, il pericardio è una membrana, un velo che riveste il cuore». Invisibile all'occhio, quindi. Per questo non suscita pietà e non lede, in sintesi, il diritto del prossimo congiunto o erede del defunto di disporre del cadavere. Il pericardio sarebbe sì sparito, secondo la Procura, ma il fatto non costituirebbe reato.

Due giorni fa il giudice Teresa Castagna ha respinto tutte le eccezioni degli avvocati difensori Pietro Diaz, Carlotta Pilo, Toto Porcu e Pasqualino Federici che riguardavano in particolare l’inutilizzabilità della consulenza del pm affidata alla dottoressa Rita Celli e ha rinviato l’udienza al 12 ottobre quando – con il confronto tra consulenti – si entrerà nel vivo del processo. In aula anche gli avvocati Danilo Mattana e Loredana Ricciotti, legali dell'Aou citata come responsabile civile.

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