Lunghe attese al pronto soccorso di Sassari: «Frustrante lavorare in queste condizioni»
Parla il responsabile Mario Oppes: «Senza più la guardia medica, perdiamo ore dietro i codici bianchi»
SASSARI. Il responsabile della medicina d’urgenza Mario Oppes ha descritto in una relazione dettagliata tutte le difficoltà alle quali va incontro il pronto soccorso di Sassari. Dice: «Quel che è accaduto al ragazzo lunedì scorso, ovvero le dodici ore di attesa, sono sicuramente un caso limite. Ma allo stesso tempo è un episodio verosimile. So bene che a seconda delle condizioni può capitare un simile disservizio. D’altronde l’hanno vissuto sulla propria pelle anche persone che fanno parte della direzione sanitaria: sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso, e hanno aspettato 6 ore prima di una visita».
Ma 12 ore per un codice verde? «Sono molti i fattori che possono determinare simili inconvenienti: variabilità della distribuzione degli accessi nell'arco della giornata o della settimana, risorse disponibili in relazione alla domanda, complessità della casistica trattata (un singolo paziente può a volte impegnare l’equipe per diverse ore), disponibilità di posti letto, velocità di risposta dei servizi che erogano prestazioni diagnostiche, eccetera.
Dal 1 gennaio, dopo fusione Asl Aou la situazione è peggiorata? «Sempre più spesso il ricovero è considerato dagli utenti la modalità più conveniente per risolvere un problema di salute, perché riduce i tempi per la diagnosi e consente di effettuare gratuitamente tutti gli accertamenti (e in tempo di crisi questo pesa). L’incorporazione ha ovviamente costretto tutti a ripensare i percorsi dei pazienti e questo comporta la necessità di ridefinire i rapporti tra le diverse strutture».
Quali sono i tempi medi di attesa per i codici? «Nel 2016 i tempi medi di attesa sono stati: 58 minuti per i codici gialli, 144 minuti per i verdi e 108 per i bianchi. Rispetto al 2015 c’è stato un notevole incremento dei tempi di attesa dei codici bianchi (quasi raddoppiato) dovuto alla sospensione del servizio erogato in pronto soccorso dai medici della continuità assistenziale (ex guardia medica) e un incremento medio di circa 30 minuti per i codici verdi, dovuto al fatto che è aumentato il carico per i medici del pronto soccorso che attualmente devono vedere anche i codici bianchi».
Quali sono le possibili soluzioni per migliorare le prestazioni? «Sarebbe certamente necessario un incremento degli organici, ma anche così sarebbe semplicistico pensare di risolvere tutti i problemi solo aumentando il personale. Gli operatori spendono molto tempo a documentare tutto ciò che viene fatto con modalità che garantiscano l’utilizzo dei dati ai fini legali, altro tempo va dedicato alla ricerca di un posto letto (spesso difficile da trovare), in altri casi si finisce per doversi occupare di problemi che nascono dall’impossibilità di ottenere determinate prestazioni in tempi accettabili e il pronto soccorso diventa l’unica strada percorribile, sebbene impropria. Bisogna poi considerare che il pronto soccorso fa ricorso alle prestazioni di tutte le altre strutture dell’ospedale (per es radiologia, laboratorio etc.) e la velocità con la quale riesce a gestire i singoli casi dipende anche dalla velocità di risposta di tutte le strutture coinvolte.
Quanto ha inciso la chiusura del pronto soccorso oculistico? «Per quanto riguarda i pazienti con problematiche di natura oculistica ci sono stati dei cambiamenti per l’erogazione di prestazioni ambulatoriali urgenti che attualmente necessitano di un passaggio in pronto soccorso, ma sono allo studio percorsi che permetteranno di accorciare i tempi di attesa. Devo però segnalare che tutto il personale del pronto soccorso soffre per l’impossibilità di garantire prestazioni in tempi adeguati e questo è motivo di frustrazione, anche perché non tutti capiscono con quale impegno e con quali sacrifici personali ci si sforzi di assicurare un servizio così importante». (lu.so.)