La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, piste ciclabili: incontro ad altissima tensione

di Luigi Soriga
Sassari, piste ciclabili: incontro ad altissima tensione

Sala parrocchiale di San Paolo affollata e contestazioni molto aspre Il sindaco: «Per ora il cantiere è in stand-by, ma difendiamo le scelte»

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SASSARI. La chiamano democrazia partecipata, ma ormai quello delle piste ciclabili è diventato un argomento minato, impossibile da sviluppare con toni civili. Bastava entrare nella sala parrocchiale della chiesa di San Paolo per l’incontro pubblico sulla variante di viale Dante, per venire investiti da una sorta di alta tensione, e percepire che il cortocircuito era imminente. In una manciata di metri quadrati era stipato di tutto: un sindaco, un assessore, un ingegnere con i bersagli disegnati in fronte, qualche politico pronto a cavalcare i malumori diffusi, un po’ di semplici cittadini, e poi il livore dei commercianti, la rabbia dei comitati di quartiere, i leoni da tastiera dei social, e un nugolo di paladini in cerca di visibilità e molto tifo organizzato. Pensate a questo mix esplosivo distillato dentro quattro mura, a mollo nel caldo e nel profumo di umanità. Tutti pronti ad azzannare alla gola il sindaco, o chiunque provasse a difendere la scelta progettuale di una pista ciclabile che osa profanare quell’eden floreale realizzato al centro di viale Dante. E infatti come Nicola Sanna, o Antonio Piu hanno azzardato ad articolare qualche frase dentro il microfono gracchiante (impianto degno di un karaoke anni 80), sono stati sommersi da «buuuuh, vattene a casa, vergogna, stai distruggendo la città, aspetta cosa ti succede ai Candelieri».

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Questo, in estrema sintesi, il livello del dibattito. C’è passato anche l’ingegnere progettista Manuel Marotto, che tentava di dimostrare, dati alla mano e slide, che forse l’idea di far passare i ciclisti all’interno dei giardini di viale Dante, non era un’idea così campata in aria: non si cancellano parcheggi, non si toccano alberi e aiuole, si allarga di un metro e dieci l’attuale camminamento selciato, non si dipinge nulla di lilla, si spostano lateralmente le panchine, e si fanno transitare in sicurezza i ciclisti. Impatto pressoché pari a zero, se non sul versante della viabilità, ambito nel quale occorrerà testare le ripercussioni sul traffico: infatti verranno eliminati 4 attraversamenti a raso su 7. Ovvero le auto non potranno più tagliare in due viale Dante per andare in via Galilei, via Torres, via Tempio e via Torino, ma potranno fare delle inversioni del senso di marcia in due soli varchi. Dopodiché all’incrocio con San Giuseppe le bici dovranno impegnare gli attraversamenti pedonali, svoltare a sinistra percorrere un pezzo di ciclabile sul marciapiedi, riattraversare sulle strisce per poi filare lisci nel tratto adiancente l’Astra e le scuole, sino a ricollegarsi con via Tavolara.

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C’è chi ha definito questo tracciato un percorso per marines, chi ha profetizzato reparti di ortopedia in overbooking, intossicazioni da smog peggio che a Milano, anziani sull’orlo della depressione perché orfani di una fettina di aiuola o di 30 centimetri di panchina. L’atmosfera del dibattito, se così si può definire, a tratti era surreale. E tutto ciò si spiega perché il malcontento di molti cittadini è un’onda lunga che si alimenta di tante cose. I cantieri che non finiscono mai, l’avversione per ogni novità, i social che esasperano i toni, l’incapacità degli amministratori di gestire una comunicazione efficace, i detrattori politici del sindaco che parlano alla pancia delle persone, moltiplicano l’insofferenza e canalizzano il dissenso in maniera strumentale. Così è inevitabile che un confronto tecnico su un progetto deragli sullo scontro politico. Gli amministratori da questo primo incontro non ne escono bene, anche perché sulla passerella sfilano artisti della provocazione, e non sempre chi è sotto attacco riesce a incassare con eleganza. Alla fine il sindaco Sanna temporeggia con una promessa a metà: lavori in viale Dante in stand-by finché non verranno chiusi gli altri cantieri. E in questa parentesi modifiche costruttive potrebbero essere ben accette. Ma sulle ciclabili nessun dietro front.

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