La Nuova Sardegna

Sassari

Tutta la città abbraccia il “suo” Enrico

di Giovanni Bua
Tutta la città abbraccia il “suo” Enrico

Ieri l’intitolazione ufficiale del viale dedicato a Berlinguer, amatissimo segretario del Partito comunista italiano

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SASSARI. I mesi di carcere duro passati, appena 22enne, a San Sebastiano, con l’accusa di aver organizzato insieme agli altri giovani comunisti che si riunivano a via San Sisto i moti del pane del ’44. Esperienza da cui nacque la convinzione che da grande non avrebbe fatto l’avvocato, come il padre Mario, ma il politico. La filosofia e la storia, che imparò nei banchi del liceo Azuni e divennero inseparabili compagne di vita. O le veleggiate col gozzo di famiglia insieme all’amatissimo cugino Paolo nel mare stintinese gonfio di maestrale. E poi gli immancabili ritorni in città per i Candelieri, l’applauso dei pescivendoli del vecchio mercato o il giro al centro storico con tanto di pranzo sassaresissimo all’Assassino.

E, soprattutto, la vicinanza naturale alla gente, con il lignaggio antico della sua famiglia messo da parte con la stessa innata semplicità con cui si sedeva a mangiare alle mense degli operai, bastonava la classe politica nazionale mettendola di fronte alla questione morale, o coltivava nella sua Sassari, rimasta sempre nel cuore, decennali e strettissime amicizie che con la vita pubblica nulla avevano a che fare.

Sono tante le persone che custodiscono caramente un ricordo legato a Enrico Berlinguer, storico segretario del Partito comunista italiano e tra i leader politici più rispettati e amati della storia d’Italia. Ricordi che ieri mattina tutti hanno tirato a lucido per accogliere le figlie Laura (accompagnata dal marito Luca Telese) e Bianca alla cerimonia di intitolazione del viale a lui dedicato. Un tratto di via preso allo storico ottocentesco Giuseppe Manno, proprio di fronte alle “Magistrali”, nel cuore del quadrilatero magico, con al centro la chiesa di San Giuseppe, dove crebbero il presidente della Repubblica Antonio Segni, e suo figlio Mario, leader dei movimenti referendari dei primi anni ’90, il “picconatore” Francesco Cossiga, al quale due settimane fa è stata intitolata un “corso” che col nuovo viale Berlinguer, volutamente, si incrocia e tanta parte dell’elite culturale e politica cittadina e nazionale.

E così ieri mattina ex ministri (c’erano Beppe Pisanu e il cugino di Enrico, Luigi Berlinguer) sindaci di tutti gli schieramenti (c’era anche il primo cittadino del M5S di Porto Torres Sean Wheeler) e rappresentanti passati e attuali delle istituzioni si sono mischiati a familiari, vecchi amici e tanti semplici cittadini, tutti sotto al palchetto allestito di fronte alla targa coperta con un drappo rossoblù.

Una cerimonia semplice, come Enrico Berlinguer avrebbe voluto. Con il sindaco Nicola Sanna a ricordare: «Una passione politica che ha contraddistinto sempre l’azione del grande politico sassarese e la scelta di far sorgere la via di fronte a una scuola, l’occasione per dare ai ragazzi l’opportunità di riflettere su chi era Enrico Berlinguer tra le giovani generazioni suscita ancora un grande magnetismo. La scelta di riportare il suo nome in questa centralissima via, che è lo spartiacque tra quello che era il vecchio centro storico e la nuova città ottocentesca, lo abbiamo fatto per mantenere viva questa memoria».

«L’omaggio di Sassari che si rinnova - ha proseguito - e un omaggio a un grande uomo, a una personalità che ha lasciato un’impronta indelebile per lo stile e l’onestà. Ha insegnato a noi giovani comunisti la passione di fare politica con assoluto disinteresse».

Poi lo storico Antonello Mattone a destreggiarsi dentro una biografia di monumentale densità e grandezza, oltre che di incredibile attualità, che ha sottolineato che «la stagione berlingueriana ha coinvolto tanti, è stata un momento di grande crescita della società italiana, ricca di valori e di aspettative e di speranze».

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