Padre Paolo Atzei saluta la “sua” città
di Giovanni Bua
Il presule francescano ricevuto in consiglio comunale: «Vi auguro pace, pazienza e benessere, io torno tra i miei frati»
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SASSARI. Chiede di ricordarlo come «il vescovo che era frate» e invita il sindaco, e i politici in genere, a «procedere passo passo. E camminare, pastore, tra la gente». Si emoziona, ricordando i suoi tredici anni alla guida della chiesa turritana. E riceve l’invito a «tornare, ospite sempre gradito». È l’ultimo atto ufficiale di padre Paolo Atzei quello andato in scena martedì scorso durante la seduta del consiglio comunale. E, in attesa di accogliere, domenica pomeriggio in Cattedrale, il suo successore Gian Franco Saba per consegnargli nelle mani il pastorale e il ruolo di amministratore apostolico, il padre francescano lo officia in quella che il sindaco giustamente definisce: «la sala che ospita la massima espressione istituzionale democratica dei sassaresi». Lì ad accogliere il monsignore nominato arcivescovo metropolita di Sassari il 14 settembre del 2004 da papa Giovanni Paolo II, il sindaco, la giunta, dalla presidente del consiglio Esmeralda Ughi, i consiglieri e dalle consigliere.
«L’amministrazione civica della nostra città – ha esordito Nicola Sanna – porge il saluto ed esprime la stima per la sua persona e l’apprezzamento per l’operato di questi anni». Poi, a pochi giorni dalla conclusione del ministero, il primo cittadino ha voluto ripercorrere i momenti importanti dell’attività pastorale di Padre Paolo, porre l’accento sulla sua origine “francescana”, e sull’affetto che la città ha saputo dimostrare all’Arcivescovo negli ultimi 13 anni. «Non dimentichi Sassari - ha continuato - perché Sassari non la dimenticherà: sappia che tra le sue antiche mura troverà sempre amicizia e accoglienza, sciolto dai vincoli della responsabilità del governo della diocesi ma non da quelli dell’affetto delle cittadine e dei cittadini».
Ha sottolineato, il sindaco, il contributo di Padre Paolo per il consolidamento del patrimonio della Discesa dei Candelieri, un costante impegno rimarcato anche nella lettera di saluto inviata dal Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna Gianfranco Ganau, che non ha potuto essere presente. «Ci tengo a ricordare – ha scritto Ganau – in quest’occasione, il lungo cammino che insieme ai Gremi della nostra città abbiamo intrapreso per raggiungere un traguardo che ha portato la Festa dei Candelieri ad essere riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio immateriale dell’umanità. Di questo cammino Padre Paolo è stato parte attiva e battagliera, garante costante della tradizione».
Anche l’ex sindaco Nanni Campus ha inviato all’Arcivescovo uscente i suoi saluti, mentre i consiglieri Manuel Alivesi, Maurilio Murru e Giancarlo Carta hanno voluto esprimere, in aula, il loro ringraziamento per gli anni di attività pastorale.
È a Sassari che è andato, in chiusura, il pensiero di Padre Paolo Atzei: «un pensiero a tutti coloro che politicamente hanno fatto la storia di questa città e di quest’aula, i cui figli migliori hanno raggiunto le più alte cariche dello stato, del parlamento e dei partiti e dato un apporto significato all’elaborazione della costituzione italiana. Il mio saluto, memore e riconoscente, va alla città tutta, questa città dove Chiesa e Amministrazione hanno potuto collaborare, in sinergia, a beneficio dei più piccoli. Anche il sindaco è pastore, vada in mezzo alla gente, ne respiri le istanze, ponga le domande e proceda passo passo. A Sassari auguro il bene, la pace, il giusto benessere, l’armonia, la fiducia, la pazienza e la fede indomita. Per quanto riguarda me – ha concluso - spero di tornare tra i frati e che mi riconoscano frate. Vorrei essere ricordato come il vescovo che era frate».
L’Arcivescovo ha ricevuto in dono il “Brevi Catechismu traduziddu da l’italianu”, primo libro stampato in sassarese, prezioso volume bilingue.
«L’amministrazione civica della nostra città – ha esordito Nicola Sanna – porge il saluto ed esprime la stima per la sua persona e l’apprezzamento per l’operato di questi anni». Poi, a pochi giorni dalla conclusione del ministero, il primo cittadino ha voluto ripercorrere i momenti importanti dell’attività pastorale di Padre Paolo, porre l’accento sulla sua origine “francescana”, e sull’affetto che la città ha saputo dimostrare all’Arcivescovo negli ultimi 13 anni. «Non dimentichi Sassari - ha continuato - perché Sassari non la dimenticherà: sappia che tra le sue antiche mura troverà sempre amicizia e accoglienza, sciolto dai vincoli della responsabilità del governo della diocesi ma non da quelli dell’affetto delle cittadine e dei cittadini».
Ha sottolineato, il sindaco, il contributo di Padre Paolo per il consolidamento del patrimonio della Discesa dei Candelieri, un costante impegno rimarcato anche nella lettera di saluto inviata dal Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna Gianfranco Ganau, che non ha potuto essere presente. «Ci tengo a ricordare – ha scritto Ganau – in quest’occasione, il lungo cammino che insieme ai Gremi della nostra città abbiamo intrapreso per raggiungere un traguardo che ha portato la Festa dei Candelieri ad essere riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio immateriale dell’umanità. Di questo cammino Padre Paolo è stato parte attiva e battagliera, garante costante della tradizione».
Anche l’ex sindaco Nanni Campus ha inviato all’Arcivescovo uscente i suoi saluti, mentre i consiglieri Manuel Alivesi, Maurilio Murru e Giancarlo Carta hanno voluto esprimere, in aula, il loro ringraziamento per gli anni di attività pastorale.
È a Sassari che è andato, in chiusura, il pensiero di Padre Paolo Atzei: «un pensiero a tutti coloro che politicamente hanno fatto la storia di questa città e di quest’aula, i cui figli migliori hanno raggiunto le più alte cariche dello stato, del parlamento e dei partiti e dato un apporto significato all’elaborazione della costituzione italiana. Il mio saluto, memore e riconoscente, va alla città tutta, questa città dove Chiesa e Amministrazione hanno potuto collaborare, in sinergia, a beneficio dei più piccoli. Anche il sindaco è pastore, vada in mezzo alla gente, ne respiri le istanze, ponga le domande e proceda passo passo. A Sassari auguro il bene, la pace, il giusto benessere, l’armonia, la fiducia, la pazienza e la fede indomita. Per quanto riguarda me – ha concluso - spero di tornare tra i frati e che mi riconoscano frate. Vorrei essere ricordato come il vescovo che era frate».
L’Arcivescovo ha ricevuto in dono il “Brevi Catechismu traduziddu da l’italianu”, primo libro stampato in sassarese, prezioso volume bilingue.