Padre Padrone finalmente ritorna nel suo Cargeghe
di Pietro Simula
Oggi la proiezione del docufilm “Dalla quercia alla palma” che ne rievoca la storia Il paese nel ’76 fu il set del capolavoro dei fratelli Taviani che vinse la Palma d’Oro
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CARGEGHE. "Padre padrone", con la sua storia e le storie di coloro che ne furono i protagonisti, torna a Cargeghe, il piccolo centro alle porte di Sassari che di quel film fu il set.
Oggi alle ore 20 presso il Centro sociale in Piazza Salvator Ruiu sarà proiettato, alla presenza del regista, il critico cinematografico Sergio Naitza, il docufilm "Dalla quercia alla palma", dedicato alla sua rievocazione.
Frutto di una collaborazione tra la casa di produzione Karel, la sede regionale Rai, la Società Umanitaria, con il supporto della Sardegna Film Commission e il contributo del Comune di Cargeghe, il docufilm, girato tra la primavera e l'estate dello scorso anno, è stato presentato in anteprima internazionale alla Festa del Cinema di Roma nel novembre scorso, a dicembre è stato proiettato in sala a Sassari, Nuoro e Cagliari e, infine, trasmesso da Rai 3 Sardegna sul canale digitale terrestre.
Un racconto corale di cosa rappresentò il film in quegli anni di trasformazione della nostra società.
Molti gli aneddoti sulla sua realizzazione dalla viva voce di quanti, noti al grande pubblico come i registi Paolo e Vittorio Taviani, l'autore del romanzo da cui è stato tratto il film Gavino Ledda, i principali interpreti Omero Antonutti e Saverio Marconi, Nanni Moretti che all'inizio della sua carriera vi ebbe un piccolo ruolo, e i tanti attori non professionisti prevalentemente di Sassari, che vennero coinvolti nella produzione.
Un territorio, infine, che nelle immagini di quarant'anni fa e in quelle girate oggi, si presenta con la sua bellezza e il fascino intatti, teatro per quella storia e, forse, per chissà quante ancora. Quando, quarant'anni fa, uscì nelle sale il film suscitò molto interesse e reazioni contrastanti: riconoscimenti da parte della critica, a iniziare dalla Palma d'oro al Festival internazionale del cinema di Cannes, e del pubblico di tutto il mondo.
Numerose furono anche le polemiche, soprattutto in Sardegna, dove la storia è ambientata e che della sua terra e della sua gente sembrava dare una rappresentazione a molti sgradita, benché nelle intenzioni degli autori volesse invece rappresentare una storia di riscatto e di emancipazione universali.
Oggi alle ore 20 presso il Centro sociale in Piazza Salvator Ruiu sarà proiettato, alla presenza del regista, il critico cinematografico Sergio Naitza, il docufilm "Dalla quercia alla palma", dedicato alla sua rievocazione.
Frutto di una collaborazione tra la casa di produzione Karel, la sede regionale Rai, la Società Umanitaria, con il supporto della Sardegna Film Commission e il contributo del Comune di Cargeghe, il docufilm, girato tra la primavera e l'estate dello scorso anno, è stato presentato in anteprima internazionale alla Festa del Cinema di Roma nel novembre scorso, a dicembre è stato proiettato in sala a Sassari, Nuoro e Cagliari e, infine, trasmesso da Rai 3 Sardegna sul canale digitale terrestre.
Un racconto corale di cosa rappresentò il film in quegli anni di trasformazione della nostra società.
Molti gli aneddoti sulla sua realizzazione dalla viva voce di quanti, noti al grande pubblico come i registi Paolo e Vittorio Taviani, l'autore del romanzo da cui è stato tratto il film Gavino Ledda, i principali interpreti Omero Antonutti e Saverio Marconi, Nanni Moretti che all'inizio della sua carriera vi ebbe un piccolo ruolo, e i tanti attori non professionisti prevalentemente di Sassari, che vennero coinvolti nella produzione.
Un territorio, infine, che nelle immagini di quarant'anni fa e in quelle girate oggi, si presenta con la sua bellezza e il fascino intatti, teatro per quella storia e, forse, per chissà quante ancora. Quando, quarant'anni fa, uscì nelle sale il film suscitò molto interesse e reazioni contrastanti: riconoscimenti da parte della critica, a iniziare dalla Palma d'oro al Festival internazionale del cinema di Cannes, e del pubblico di tutto il mondo.
Numerose furono anche le polemiche, soprattutto in Sardegna, dove la storia è ambientata e che della sua terra e della sua gente sembrava dare una rappresentazione a molti sgradita, benché nelle intenzioni degli autori volesse invece rappresentare una storia di riscatto e di emancipazione universali.