Aumentano i nuovi poveri in fila ci sono tanti giovani
di Gavino Masia
Centinaia di famiglie assistite dalle tre Caritas parrocchiali e dalle associazioni Nessuna opportunità di lavoro, chi è in difficoltà chiede alimenti e aiuti economici
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PORTO TORRES. Sono i giovani senza lavoro e senza futuro i “nuovi” poveri che si avvicinano alle Caritas parrocchiali di San Gavino e dello Spirito Santo per chiedere un supporto alimentare per mangiare ed economico per poter sostenere le spese domestiche. Povertà in aumento e calo drastico di opportunità di lavoro, nonostante il territorio abbia potenzialità di sviluppo importanti che rimangono però al palo da circa un decennio. «Sono cinquanta le famiglie che sono assistite regolarmente da anni – dicono le volontarie della Caritas di San Gavino – e molti altri sono quei giovani (specie i separati) che senza lavoro hanno perso la casa perché non potevano pagare il mutuo contratto: chiedono un contributo economico per pagare l’affitto, la bolletta della luce e anche le bombole di gas per poter cucinare o scaldarsi». La Caritas viene incontro ai numerosi indigenti con beni materiali e molti alimenti vengono acquistati grazie alle offerte dei parrocchiani e ai proventi della cena della solidarietà che viene organizzata da alcuni anni grazie alla disponibilità gratuita dei più rinomati chef isolani.
Ci sono poi quelli dell’Agea di Sassari che offrono pacchi di pasta, un forno che offre pane fresco di giornata e una pasticceria che dona alla Caritas le paste invendute. Una catena di solidarietà importante sugli alimenti, dunque, ma questo non basta quando i problemi riguardano case sequestrate per morosità nel pagamento dei mutui e quote di tributi inevasi riferiti alla luce elettrica.
«Ci sono famiglie che si trovano improvvisamente in condizioni di povertà a causa della perdita del lavoro e di altri paracaduti sociali – aggiungono le volontarie di San Gavino –, che chiedono continuamente assistenza economica perché si trovano quasi allo sbando».
La situazione è ancora più drammatica nella Caritas dello Spirito Santo, fondata 40 anni fa da monsignor Salvatore Ruiu: anche nella popolosa periferia a chiedere aiuto sono cinquantenni che hanno perso il lavoro, a cui si aggiungono i trentenni che lavorano solo a tempo determinato attraverso i finanziamenti regionale del Reddito di inclusione sociale. «Ci sono sessanta famiglie che vengono una volta al mese a ritirare i prodotti alimentari – dicono i 22 volontari dello Spirito Santo –, e non mancano purtroppo le richieste per le bollette della luce, bombole e affitti. Sono soprattutto nuclei familiari giovani e con figli piccoli, disperati perché non vedono alcuna prospettiva occupazione nel presente e un futuro sempre più incerto».
Oltre alle due Caritas parrocchiali comunque – sempre in prima linea per fronteggiare bisogni sempre più pressanti e di diversi tipi – c’è anche l’associazione Anteas che da qualche anno si sta occupando dell’assistenza alimentare ai nuclei familiari indigenti.
«Le famiglie assistite sono 55 – dice il presidente Francesco Friscianu –, per un totale di 156 persone, a cui sono state donate 98 forniture di beni frutto del lavoro dei nostri volontari che periodicamente fanno delle raccolte nei supermercati del territorio e si prestano due volte a settimana a distribuirle agli indigenti del territorio comunale». Le famiglie assistite sono sempre in aumento, quindi, e grazie al Banco Alimentare Anteas riesce ad accontentare tante persone in difficoltà .
Ci sono poi quelli dell’Agea di Sassari che offrono pacchi di pasta, un forno che offre pane fresco di giornata e una pasticceria che dona alla Caritas le paste invendute. Una catena di solidarietà importante sugli alimenti, dunque, ma questo non basta quando i problemi riguardano case sequestrate per morosità nel pagamento dei mutui e quote di tributi inevasi riferiti alla luce elettrica.
«Ci sono famiglie che si trovano improvvisamente in condizioni di povertà a causa della perdita del lavoro e di altri paracaduti sociali – aggiungono le volontarie di San Gavino –, che chiedono continuamente assistenza economica perché si trovano quasi allo sbando».
La situazione è ancora più drammatica nella Caritas dello Spirito Santo, fondata 40 anni fa da monsignor Salvatore Ruiu: anche nella popolosa periferia a chiedere aiuto sono cinquantenni che hanno perso il lavoro, a cui si aggiungono i trentenni che lavorano solo a tempo determinato attraverso i finanziamenti regionale del Reddito di inclusione sociale. «Ci sono sessanta famiglie che vengono una volta al mese a ritirare i prodotti alimentari – dicono i 22 volontari dello Spirito Santo –, e non mancano purtroppo le richieste per le bollette della luce, bombole e affitti. Sono soprattutto nuclei familiari giovani e con figli piccoli, disperati perché non vedono alcuna prospettiva occupazione nel presente e un futuro sempre più incerto».
Oltre alle due Caritas parrocchiali comunque – sempre in prima linea per fronteggiare bisogni sempre più pressanti e di diversi tipi – c’è anche l’associazione Anteas che da qualche anno si sta occupando dell’assistenza alimentare ai nuclei familiari indigenti.
«Le famiglie assistite sono 55 – dice il presidente Francesco Friscianu –, per un totale di 156 persone, a cui sono state donate 98 forniture di beni frutto del lavoro dei nostri volontari che periodicamente fanno delle raccolte nei supermercati del territorio e si prestano due volte a settimana a distribuirle agli indigenti del territorio comunale». Le famiglie assistite sono sempre in aumento, quindi, e grazie al Banco Alimentare Anteas riesce ad accontentare tante persone in difficoltà .