Saba: «La chiesa unita cammina verso un’unica meta»
SASSARI. Non è solo il consueto omaggio alla Madonna delle Grazie, quest’anno allo storico scioglimento del voto, si è aggiunto l’atto di affidamento a Maria perché custodisca e accompagni il cammino...
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SASSARI. Non è solo il consueto omaggio alla Madonna delle Grazie, quest’anno allo storico scioglimento del voto, si è aggiunto l’atto di affidamento a Maria perché custodisca e accompagni il cammino pastorale della diocesi. Un atto voluto dall’arcivescovo Gian Franco Saba: «Tutta la Chiesa turritana, seguendo e accompagnando la Madonna nel suo ritorno al santuario delle Grazie – spiega infatti monsignor Saba – cammina verso un’unica meta. Affidando a Nostra Signora delle Grazie tutta l’arcidiocesi, non solo la città di Sassari, ho voluto porre sotto la sua protezione materna le iniziative, le attività, le speranze le problematiche sia della diocesi che del territorio tutto».
«In una cultura nella quale occorre inserire il lievito della fiducia e della speranza – prosegue monsignor Saba - Maria è un segno di ricerca in Dio delle ragioni interiori per affrontare i paradossi dell’esistenza e l’atto di affidamento è una convocazione di popolo, del popolo. Come nella storia di Maria di Nazareth, figlia di un popolo, ci si pone in ascolto dell’invito di papa Francesco ad ascoltare la mistica del popolo, il mistico non vive fuori dalla vita, ma è colui che si impegna a leggere le dimensioni più profonde della vita umana, quei tratti e quei caratteri che raffigurano il vero volto di una vita, di una situazione».
«Gesù – conclude l’arcivescovo Saba – ci ha donato Maria come madre, questo dono è un atto di amore vivo, non è un semplice ricordo storico o una commemorazione del passato, è il dono di una presenza di amore che ci aiuta a vivere nella gioia di un popolo in cammino che non è in solitudine». (a.me.)
«In una cultura nella quale occorre inserire il lievito della fiducia e della speranza – prosegue monsignor Saba - Maria è un segno di ricerca in Dio delle ragioni interiori per affrontare i paradossi dell’esistenza e l’atto di affidamento è una convocazione di popolo, del popolo. Come nella storia di Maria di Nazareth, figlia di un popolo, ci si pone in ascolto dell’invito di papa Francesco ad ascoltare la mistica del popolo, il mistico non vive fuori dalla vita, ma è colui che si impegna a leggere le dimensioni più profonde della vita umana, quei tratti e quei caratteri che raffigurano il vero volto di una vita, di una situazione».
«Gesù – conclude l’arcivescovo Saba – ci ha donato Maria come madre, questo dono è un atto di amore vivo, non è un semplice ricordo storico o una commemorazione del passato, è il dono di una presenza di amore che ci aiuta a vivere nella gioia di un popolo in cammino che non è in solitudine». (a.me.)