L’assassino di Alina Cossu da trent’anni senza nome
Il 9 settembre del 1988 la studentessa di Porto Torres fu uccisa e gettata in mare Ma due inchieste non hanno risolto il giallo e il colpevole è ancora libero
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SASSARI. Son passati trent’anni e ancora l’assassino di Alina Cossu non ha un nome ed è un uomo libero. L’anniversario di quel tragico avvenimento, non ha avuto alcuna ufficialità. Alina è stato ricordata nel dolore dalla famiglia, e da quanti conobbero la studentessa portotorrese uccisa il 9 settembre del 1998. Anche sui social la morte prematura e violenta della ragazza è stata richiamata alla memoria. Trent’anni fa, l’uccisione di una donna non veniva ancora chiamata femminicidio. Da allora, però, l’odio e l’annientamento delle donne fino alla morte è cresciuto.
Aveva solo vent’anni , Alina, aveva terminato il lavoro in un bar e tornava a casa. Dove non è mai arrivata. L'avevano trovata il giorno dopo nel mare tra Balai e Abbacurrente, uccisa e poi gettata in acqua dalla scogliera.
Nessun testimone, nessuna traccia che potesse indirizzare con certezza all’autore dell’omicidio. Qualcosa non ha funzionato nelle indagini sin dal primo momento e nonostante le diverse piste battute, e poi la riapertura del caso con la riesumazione del cadavere, il colpevole resta ancora sconosciuto. E porta il peso di quanto ha compiuto sulla coscienza, senza aver m ai avuto il coraggio di liberarsene. Trent’anni con quel rimorso devono essere stati difficili da trascorrere anche per lui.
C’è di certo chi sa qualcosa e potrebbe aiutare a a dare una svolta, svelando circostanze fondamentali per arrivare alla soluzione. Ma anche queste persone conservano nel silenzio l’orrore di un delitto di cui è stata vittima una ragazza che si affacciava alla vita, aveva progetti e voleva realizzarli.
La famiglia non si è mai rassegnata e in tutti questi lunghi anni si è battuta per conoscere la verità. Ma la verità sulle ultime ore di Alina Cossu attende ancora di essere scritta.
Resta invece sempre vivo il ricordo di una giovane donna che in una notte di settembre è stata costretta a dire addio a tutti i suoi sogni e a tutte le sue speranze.
Aveva solo vent’anni , Alina, aveva terminato il lavoro in un bar e tornava a casa. Dove non è mai arrivata. L'avevano trovata il giorno dopo nel mare tra Balai e Abbacurrente, uccisa e poi gettata in acqua dalla scogliera.
Nessun testimone, nessuna traccia che potesse indirizzare con certezza all’autore dell’omicidio. Qualcosa non ha funzionato nelle indagini sin dal primo momento e nonostante le diverse piste battute, e poi la riapertura del caso con la riesumazione del cadavere, il colpevole resta ancora sconosciuto. E porta il peso di quanto ha compiuto sulla coscienza, senza aver m ai avuto il coraggio di liberarsene. Trent’anni con quel rimorso devono essere stati difficili da trascorrere anche per lui.
C’è di certo chi sa qualcosa e potrebbe aiutare a a dare una svolta, svelando circostanze fondamentali per arrivare alla soluzione. Ma anche queste persone conservano nel silenzio l’orrore di un delitto di cui è stata vittima una ragazza che si affacciava alla vita, aveva progetti e voleva realizzarli.
La famiglia non si è mai rassegnata e in tutti questi lunghi anni si è battuta per conoscere la verità. Ma la verità sulle ultime ore di Alina Cossu attende ancora di essere scritta.
Resta invece sempre vivo il ricordo di una giovane donna che in una notte di settembre è stata costretta a dire addio a tutti i suoi sogni e a tutte le sue speranze.