La Basilica perde pezzi allarme per le altre chiese
di Gavino Masia
Infiltrazioni a San Gavino, danneggiato anche il portone. Luci esterne spente Cedimenti strutturali alla Consolata, l’azione del mare sgretola i santuari a Balai
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PORTO TORRES. La pioggia e le mareggiate non sono state salutari per le chiese turritane che vivono da anni un degrado strutturale gravissimo. Ogni giorno perdono pezzi la basilica di San Gavino, la chiesa della Beata Vergine della Consolata e i santuari di Balai vicino e Balai lontano. Luoghi e strutture che rappresentano da qualche secolo l'anima della città di Porto Torres. «Queste chiese rappresentano la storia, la cultura e l'identità dell'intera diocesi turritana– dice Nando Nocco, fedele custode delle tradizioni cittadine –: non si può attendere viste le condizioni drammatiche in cui versano questi monumenti, abbandonati all'incuria del tempo ma soprattutto da chi è preposto al loro mantenimento».
Basilica. Dai pluviali sopra le porte di ingresso riservate ai sacerdoti e ai turisti filtra acqua all’interno e scende nell’architrave fino a danneggiare il portone. Le lampade sul pavimento di ingresso alla chiesa sono tutte spente, qualcuna vandalizzata e la luce arriva solo dai fari posizionati in alto. All’esterno si sono accentuati i problemi di erosione, alveolizzazione e attacchi biologici con l’arrivo della stagione invernale, e le piogge stanno provocando la disgregazione degli elementi lapidei. Nel portale gemino si è già verificato il distacco di alcuni conci.
Chiesa Consolata. L’ultima relazione dei vigili del fuoco del distaccamento di Porto Torres parla chiaro da circa un anno: il campanile della chiesa presenta evidenti segni di cedimento strutturale, con gravi lesioni alla base dello stesso. La situazione sul tetto è molto critica, ma anche all’interno della chiesa la sacrestia e i servizi igienici sono interdetti al pubblico per gli evidenti danni strutturali che si vedono nelle pareti e nel solaio. Nella parte esterna invece, nel retro c’è il pericolo di caduta calcinacci a terra e nella facciata di ingresso ci sono i marmi che si stanno letteralmente staccando. Balai vicino. All’interno della chiesetta bisogna rifare tutta la pavimentazione, sistemare l’altare e quei cocci che si sono staccati dalla volta nel 2013. Le infiltrazioni dell’acqua continuano ad allagare l’ipogeo, sia quelle della pioggia sia quelle provenienti dalle mareggiate. Il forte degrado della chiesetta di San Gavino a mare si rende evidente soprattutto nella parte nord. L’amministrazione intende intervenire attraverso i denari del finanziamento regionale relativo all’erosione costiera, ma allo stato attuale non si conosce alcun progetto. «Invitiamo quanti hanno il dovere e l'obbligo di intervenire di farlo – lancia un appello Nocco -, prima che sia troppo tardi. Se serve creiamo un comitato promotore per sensibilizzare l'opinione pubblica e per fare in modo che chi ha competenza inizi a muoversi e a intervenire seriamente: siamo stanchi dello scaricabarile, del menefreghismo e della superficialità dimostrati a tutt’oggi».
Basilica. Dai pluviali sopra le porte di ingresso riservate ai sacerdoti e ai turisti filtra acqua all’interno e scende nell’architrave fino a danneggiare il portone. Le lampade sul pavimento di ingresso alla chiesa sono tutte spente, qualcuna vandalizzata e la luce arriva solo dai fari posizionati in alto. All’esterno si sono accentuati i problemi di erosione, alveolizzazione e attacchi biologici con l’arrivo della stagione invernale, e le piogge stanno provocando la disgregazione degli elementi lapidei. Nel portale gemino si è già verificato il distacco di alcuni conci.
Chiesa Consolata. L’ultima relazione dei vigili del fuoco del distaccamento di Porto Torres parla chiaro da circa un anno: il campanile della chiesa presenta evidenti segni di cedimento strutturale, con gravi lesioni alla base dello stesso. La situazione sul tetto è molto critica, ma anche all’interno della chiesa la sacrestia e i servizi igienici sono interdetti al pubblico per gli evidenti danni strutturali che si vedono nelle pareti e nel solaio. Nella parte esterna invece, nel retro c’è il pericolo di caduta calcinacci a terra e nella facciata di ingresso ci sono i marmi che si stanno letteralmente staccando. Balai vicino. All’interno della chiesetta bisogna rifare tutta la pavimentazione, sistemare l’altare e quei cocci che si sono staccati dalla volta nel 2013. Le infiltrazioni dell’acqua continuano ad allagare l’ipogeo, sia quelle della pioggia sia quelle provenienti dalle mareggiate. Il forte degrado della chiesetta di San Gavino a mare si rende evidente soprattutto nella parte nord. L’amministrazione intende intervenire attraverso i denari del finanziamento regionale relativo all’erosione costiera, ma allo stato attuale non si conosce alcun progetto. «Invitiamo quanti hanno il dovere e l'obbligo di intervenire di farlo – lancia un appello Nocco -, prima che sia troppo tardi. Se serve creiamo un comitato promotore per sensibilizzare l'opinione pubblica e per fare in modo che chi ha competenza inizi a muoversi e a intervenire seriamente: siamo stanchi dello scaricabarile, del menefreghismo e della superficialità dimostrati a tutt’oggi».