Sirio, il progetto si divide in due
di Giovanni Bua
I piani in un partecipato consiglio comunale aperto. Il sindaco: «Facciamo presto e no al maxi ponte»
3 MINUTI DI LETTURA
SASSARI. Un primo tratto di binari, che arrivi fino a “Marginesu”, Sant’Orsola, 2 chilometri di ferro, quattro fermate, 19 minuti di percorrenza. E un tracciato già pronto, approvato in una conferenza di servizi nel 2013 e presente nel Puc, per il quale la progettazione potrebbe partire subito. Abbastanza per sminare la scadenza del 31 dicembre 2021, mettere in sicurezza i 36 milioni di fondi. E soprattutto lasciare tutto il tempo necessario per decidere come arrivare a Li Punti.
È scritto nell’asciutto intervento del dirigente del Servizio Tecnico Arst, Ernesto Porcu, il futuro della metrotranvia. Poche, calibrate e tecniche parole che hanno dato il via al lungo, e per molti versi caloroso, consiglio comunale aperto, in programma ieri pomeriggio al Palazzo di Città. Fatto per mettere le carte in tavola sul “progetto Sirio”, con Arst, Atp, Regione, Comitato metrotranvia, comitati di quartiere, sindacati, consiglieri, tutti chiamati al «franco confronto». Che, in un travolgente crescendo, e complice il “robusto” intervento di Rosario Musmeci a nome dei paladini del tram-treno, ha virato presto in una praticamente unanime dichiarazione d’amore per l’idea di far convivere sullo stesso binario i treni e il trenino Sirio, usando e valorizzando una rete che da Sassari si dipani in tutta l’Area Vasta.
Eppure, nonostante tanto bel parlare, e le dichiarazioni inevitabili dell’amministratore unico di Arst Chicco Porcu e della dirigente del servizio infrastrutture della Regione, Delfina Spiga, che ribadivano come dal capo di sotto dell’Isola non sarebbe mai arrivata nessuna interferenza e che Sassari era sovrana nel decidere il suo futuro, è stato l’ingegnere Arst che ha tolto il velo da quella che sarà la strada che alla fine verrà seguita.
Prova ne sia l’intervento conclusivo del sindaco Gian Vittorio Campus. Che, ben attento a non farsi travolgere dall’entusiasmo unanime per il tram-treno (a cui non si è accodata solo una silente maggioranza) ha spiegato di non essere innamorato di nessun tracciato, ma solo dalla necessità di fare in fretta. Ha sottolineato di non amare l’idea di mettere in competizione il sistema di collegamento di area vasta con quello per i quartieri (il cuore del progetto metrotranvia) e di non essere nemmeno convinto dell’utilità di un maxi ponte che per di più porti Sirio in una parte “spopolata” di Predda Niedda. E ha spiegato che darà immediato mandato agli uffici del Comune di prendere contatto con Ernesto Porcu, per chiudere il prima possibile su un progetto. Che permetta di mettere in sicurezza i fondi, e di andarsene a prendere altri, per collegarsi ad Alghero e Porto Torres.
Si parte con il primo lotto insomma, già presente nel Puc. E si ridisegna il secondo, non tenendo conto del progetto originale, ma nemmeno nella “variantina Sanna”, che lo stesso Porcu nel suo lapidario intervento iniziale ha demolito: «sbagliati gli angoli di curvatura, sbagliata l’idea di entrare a Li Punti da nord e non da sud, troppe e incompatibili le interferenze con il traffico veicolare». Messo a correre il primo tratto fino a Sant’Orsola (costo 17,8 milioni) il tempo per cercare una soluzione non mancherà più. E il sogno tram-treno potrà un’altra volta tornare nel cassetto.
È scritto nell’asciutto intervento del dirigente del Servizio Tecnico Arst, Ernesto Porcu, il futuro della metrotranvia. Poche, calibrate e tecniche parole che hanno dato il via al lungo, e per molti versi caloroso, consiglio comunale aperto, in programma ieri pomeriggio al Palazzo di Città. Fatto per mettere le carte in tavola sul “progetto Sirio”, con Arst, Atp, Regione, Comitato metrotranvia, comitati di quartiere, sindacati, consiglieri, tutti chiamati al «franco confronto». Che, in un travolgente crescendo, e complice il “robusto” intervento di Rosario Musmeci a nome dei paladini del tram-treno, ha virato presto in una praticamente unanime dichiarazione d’amore per l’idea di far convivere sullo stesso binario i treni e il trenino Sirio, usando e valorizzando una rete che da Sassari si dipani in tutta l’Area Vasta.
Eppure, nonostante tanto bel parlare, e le dichiarazioni inevitabili dell’amministratore unico di Arst Chicco Porcu e della dirigente del servizio infrastrutture della Regione, Delfina Spiga, che ribadivano come dal capo di sotto dell’Isola non sarebbe mai arrivata nessuna interferenza e che Sassari era sovrana nel decidere il suo futuro, è stato l’ingegnere Arst che ha tolto il velo da quella che sarà la strada che alla fine verrà seguita.
Prova ne sia l’intervento conclusivo del sindaco Gian Vittorio Campus. Che, ben attento a non farsi travolgere dall’entusiasmo unanime per il tram-treno (a cui non si è accodata solo una silente maggioranza) ha spiegato di non essere innamorato di nessun tracciato, ma solo dalla necessità di fare in fretta. Ha sottolineato di non amare l’idea di mettere in competizione il sistema di collegamento di area vasta con quello per i quartieri (il cuore del progetto metrotranvia) e di non essere nemmeno convinto dell’utilità di un maxi ponte che per di più porti Sirio in una parte “spopolata” di Predda Niedda. E ha spiegato che darà immediato mandato agli uffici del Comune di prendere contatto con Ernesto Porcu, per chiudere il prima possibile su un progetto. Che permetta di mettere in sicurezza i fondi, e di andarsene a prendere altri, per collegarsi ad Alghero e Porto Torres.
Si parte con il primo lotto insomma, già presente nel Puc. E si ridisegna il secondo, non tenendo conto del progetto originale, ma nemmeno nella “variantina Sanna”, che lo stesso Porcu nel suo lapidario intervento iniziale ha demolito: «sbagliati gli angoli di curvatura, sbagliata l’idea di entrare a Li Punti da nord e non da sud, troppe e incompatibili le interferenze con il traffico veicolare». Messo a correre il primo tratto fino a Sant’Orsola (costo 17,8 milioni) il tempo per cercare una soluzione non mancherà più. E il sogno tram-treno potrà un’altra volta tornare nel cassetto.