Alluvione nel Sassarese, danni alle colture anche a Ossi
Il recente nubifragio che ha interessato vaste aree del nord ovest dell'isola
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OSSI. Il recente nubifragio che ha interessato vaste aree del Sassarese ha lasciato il segno anche ad Ossi. Tra i punti nevralgici i danni maggiori li ha subiti la zona di Sas Iscias-Molineddu, una località ad alta vocazione agricola situata sulle sponde della confluenza tra il rio Pizzinnu e quello del Mascari, sotto il costone del Chighizzu e ai lati della ferrovia che collega Sassari a Cagliari.
I danni maggiori li ha subiti probabilmente la linea ferroviaria, al cui ripristino si sta lavorando alacremente, come riferiscono i coltivatori dei terreni circostanti, giorno e notte.
La confluenza dei due corsi d’acqua, quella del Mascari (che a monte riceve le acque del Bunnari) e quella del riu Pizzinnu che arriva da Ossi, ha favorito l’esondazione delle acque dal letto originario allagando vaste aree, creando un paesaggio inconsueto e sconvolgendo lo stato delle colture, quelle orticole in particolare, ma provocando anche danni a frutteti, oliveti e vigneti.
In paese la preoccupazione era in particolare quella per Fundone, che raccoglie le acque di un vasto compluvio che, attraverso il riu Badde si getta nel canale tombato che attraversa il centro storico. Il canale ha retto bene, fa sapere il sindaco, e la portata del rio si è nel frattempo normalizzata.
Un torrentello, proveniente da Monte Dolis e Nieddosu, si è inoltre formato al termine di via Angioy, che ne ha raccolto le acque e le ha lasciate defluire verso via Santa Teresa e Su Poju. I sopralluoghi effettuati negli edifici pubblici, dichiara il sindaco, hanno messo infine in evidenza infiltrazioni sui tetti di alcuni edifici pubblici, come ad esempio scuole e la sede dell’Unione del Coros.
Oggi la giunta comunale si riunisce per raccogliere ulteriori elementi e fare il punto della situazione per poter procedere alla dichiarazione dello stato di calamità naturale.
Pietro Simula
I danni maggiori li ha subiti probabilmente la linea ferroviaria, al cui ripristino si sta lavorando alacremente, come riferiscono i coltivatori dei terreni circostanti, giorno e notte.
La confluenza dei due corsi d’acqua, quella del Mascari (che a monte riceve le acque del Bunnari) e quella del riu Pizzinnu che arriva da Ossi, ha favorito l’esondazione delle acque dal letto originario allagando vaste aree, creando un paesaggio inconsueto e sconvolgendo lo stato delle colture, quelle orticole in particolare, ma provocando anche danni a frutteti, oliveti e vigneti.
In paese la preoccupazione era in particolare quella per Fundone, che raccoglie le acque di un vasto compluvio che, attraverso il riu Badde si getta nel canale tombato che attraversa il centro storico. Il canale ha retto bene, fa sapere il sindaco, e la portata del rio si è nel frattempo normalizzata.
Un torrentello, proveniente da Monte Dolis e Nieddosu, si è inoltre formato al termine di via Angioy, che ne ha raccolto le acque e le ha lasciate defluire verso via Santa Teresa e Su Poju. I sopralluoghi effettuati negli edifici pubblici, dichiara il sindaco, hanno messo infine in evidenza infiltrazioni sui tetti di alcuni edifici pubblici, come ad esempio scuole e la sede dell’Unione del Coros.
Oggi la giunta comunale si riunisce per raccogliere ulteriori elementi e fare il punto della situazione per poter procedere alla dichiarazione dello stato di calamità naturale.
Pietro Simula