La Nuova Sardegna

Sassari

Poliambulatorio ex Inam a Sassari: dalle 6 del mattino in fila per la guerra del numerino

di Luigi Soriga
Una foto scattata alle 6.20 del mattino di venerdì 17 gennaio in via Tempio davanti al poliambulatorio
Una foto scattata alle 6.20 del mattino di venerdì 17 gennaio in via Tempio davanti al poliambulatorio

Esenzione ticket, scelta del medico di famiglia, aggiornamento del profilo sanitario: solo 4 sportelli per più di 200 utenti. Anziani al freddo per strada, la selezione  si fa con la sveglia all’alba. Già tre risse con l’intervento delle forze dell’ordine

18 gennaio 2020
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SASSARI. Alle sei del mattino la città sonnecchia silenziosa, ma l’ingresso dell’ex Inam di via Tempio già brulica di vita.

Arrivano alla spicciolata, sbadiglianti e infreddoliti, per garantirsi una pole position in questa gara contro la burocrazia e la sanità che non funziona.

«Chi è l’ultimo?». «Beh è lei», sghignazza il simpaticone di turno col suo lampo di originalità. Non c’è molta voglia di sorridere. Per strada fa davvero freddo, c’è ancora un buio pesto e l’umidità si taglia col coltello. La maggior parte sono anziani, età media oltre i sessanta. C’è chi deve perfezionare l’esenzione del ticket, chi deve cambiare il medico, chi correggere o aggiornare il suo profilo sanitario. Insomma, una di quelle pratiche che uno non vede l’ora di sbrigare. Perché senza i dati in ordine, non si può fissare un esame, o si paga per intero la visita del medico. Ma per essere in regola, da un mese tocca affrontare la via Crucis del poliambulatorio Assl. I pazienti, e mai come in questo caso la definizione è pertinente, oltre che pazienti sono anche rassegnati: infatti hanno ipotecato mezza giornata. Quasi tutti hanno fissato la sveglia prima dell’alba e sono arrivati a passo svelto. Più passano i minuti e più le possibilità di entrare nella griglia dei cinquanta si fanno risicate. Alle 6,20 in fila ci sono già venti persone.

«A che numero siamo arrivati, chi è l’ultimo?». Risposta: «Lei è il numero 25». Le inferriate si spalancheranno alle 7 in punto. Mezz’ora più tardi arriverà la guardia giurata con il dispositivo taglia code che distribuirà i numeretti, quelli validi, nero su bianco, e non quelli verba volant. E ognuno prenderà il numero che gli spetta secondo l’ordine di arrivo esterno, nella sala d’attesa addobbata di stelle, brina e nasi gocciolanti. Alle 7,35 i cinquanta posti saranno già esauriti. Chi arriva dopo è fregato, se ne riparla l’indomani.

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Una vecchina sopra gli ottanta non ha figli o nipoti così mattinieri, allora ha chiamato un taxi e si è fatta accompagnare. Ma ha calcolato male i tempi: arriva alle 7,45, e l’ex Inam è già abbondantemente sold-out. Ci sarebbe la finestra pomeridiana, che si apre per due giorni alla settimana. Alle 14 c’è la lotteria dei trenta numeretti supplementari, ma vincerli equivale a una lotta per la sopravvivenza. La vecchina è troppo acciaccata e pacifica per certe selezioni darwiniane, perciò richiama il taxi e ripiega verso il tepore domestico.

Proprio giovedì scorso, alle 14 in punto, è scattata una rissa per accaparrarsi i numeretti pomeridiani. Succede infatti che l’ordine di arrivo all’alba sia inequivocabile: l’ultimo arrivato viene scansionato dal penultimo come in una tomografia assiale, e anche dagli altri utenti. Insomma non c’è modo di fare il furbo. Tutti sanno chi c’è prima e chi c’è dopo. Ma il terreno di gara per gli spazi pomeridiani è molto più caotico e incontrollabile. Accade infatti questo: i 50 eletti dal tagliacode hanno sono sistemati. I quattro impiegati agli sportelli (prima ce n’erano anche sette) li chiameranno e risolveranno la pratica. Qualcuna magari sarà molto svelta, e allora c’è la possibilità che invece di 50 utenti l’elenco possa allungarsi a 60. Quindi c’è anche chi aspetta speranzoso, sino alla sentenza definitiva di metà mattina. A quel punto, il martedì e il giovedì, si passa al bonus dei 30 posti pomeridiani. Ma la sala d’attesa è stra piena di persone, c’è chi si siede e chi si sposta, e avere chiaro le precedenze e l’ordine di arrivo diventa impossibile. I furbi possono entrare in azione. E in un clima così elettrico, provare a passare prima innesca una reazione nucleare. Tre risse in un mese, l’ultima due giorni fa, con l’intervento delle forze dell’ordine. Giusto per capire la serafica atmosfera. E i vertici dell’Ats ancora non sono corsi ai ripari, reclutando più personale e aprendo altri sportelli. 50 posti giornalieri per oltre 200 candidati, sono una bomba a orologeria.
 

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