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Sassari, gli storni assediano la città e la bombardano col guano

Giovanni Bua
Sassari, gli storni assediano la città e la bombardano col guano

Mai come quest’anno i piccoli volatili hanno invaso centro urbano e campagne

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SASSARI. Più che di fronte a una meravigliosa danza da qualche tempo si ha la sensazione di essere dentro una raggelante scena di “Uccelli” di Hitchcock. Con le nuvole festose di storni che, con le loro cangianti forme, coprono il sole al tramonto. E ricoprono strade, auto, balconi e panni stesi del loro acidissimo, scivoloso e “odoroso” guano.

Immagine decisamente poco poetica, che però ben descrive il risentimento crescente in tutti i sassaresi. Che quest’anno, come mai si era visto, devono fare i conti con un invasione di dimensioni bibliche degli uccelletti passeriformi, che non arrivano a raggiungere un etto di peso ma hanno l’abitudine di muoversi in gruppi che possono arrivare a diverse migliaia di unità.

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Il problema è comune all’interno Mediterraneo, intorno a cui milioni di storni, che normalmente arrivano dalle zone settentrionali dell’Europa, amano svernare (per periodi sempre più lunghi) aumentando il già considerevole numero di stanziali che dalle calde città del sud del continente hanno deciso di non muoversi più.

Una proliferazione esplosa con disboscamenti e catastrofi ambientali varie, che non hanno disturbato affatto il caparbio volatile: lo storno è infatti particolarmente adatto a vivere su terreni poco alberati, le sue ali triangolari sono specializzate nel volo in zone aperte, le zampe robuste gli permettono di camminare su terreni scoperti e il becco eclettico e poco specializzato gli consente di nutrirsi di un po’ di tutto. Se poi a disposizione ci sono le nostre succulente, e assai numerose, olive il richiamo diventa davvero irresistibile.

Fatto il pieno nelle campagne gli storni preferiscono dormire però nelle più confortevoli alberate cittadine (ma non disdegnano nemmeno le calde ciminiere di Fiumesanto), alla luce, e soprattutto al riparo dai pochi che cercano di contendergli il territorio: i rapaci.

E qui, assiepati a centinaia in ogni albero, scaricano su marciapiedi e auto posteggiate colossali quantità del nerastro guano con cui da mesi i sassaresi, soprattutto quelli che abitano intorno viali alberati come viale Umberto o viale Caprera, viale Italia e corso Pascoli, (l’elenco potrebbe essere decisamente lungo), hanno imparato ad avere una certa familiarità. Guano che “mollano” anche mentre al mattino raggiungono le campagne, e alla sera rientrano, su tetti e balconi, strade e panni stesi.

Un problema comune a tanti, si diceva. Con molte amministrazioni locali che stanno disperatamente cercando di trovare una soluzione. C’è chi ha piazzato “dissuasori” sonori nelle zone sensibili, con musica (o addirittura, millanta qualcuno, «versi di storni morenti», a cui però gli uccelletti sembrano abituarsi presto. C’è chi ha messo in campo i falconieri, indispensabili nelle zone aeroportuali ma poco efficaci in città. C’è chi, come a Fiumesanto, li caccia a suon di sirena, chi prova con i botti di cannoncini ad aria compressa, e chi vagheggia di aprire la caccia, che difficilmente avrebbe esito contro una popolazione di decine di migliaia di unità. Tutti però stanno rinforzando la pulizia delle strade, anche perché il micidiale guano, oltre ad essere acido e maleodorante, diventa viscidissimo e realmente pericoloso in caso di pioggia. Pulizia delle strade che, da mesi, è uno dei punti più carenti dell’igiene urbana cittadina.

In attesa di qualche soluzione (e di un po’ più di pulizia) non resta che ammirare gli storni danzanti, stando però ben al riparo, e sperando che i simpatici uccelletti riprendano la via del nord Europa, con buona pace degli entusiasti lavagisti, diventati veri campioni a “scrostare” le auto dei sassaresi.

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