l’esperto
«Storni, i falchi sono l’unica maniera per scacciarli»
SASSARI. Cannoncini a salve e sirene a tutto volume? Potatura selvaggia degli alberi e dissuasori sonori con versi di uccelli morenti? Tutto inutile. L’unico modo per rallentare l’innaturale...
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SASSARI. Cannoncini a salve e sirene a tutto volume? Potatura selvaggia degli alberi e dissuasori sonori con versi di uccelli morenti? Tutto inutile. L’unico modo per rallentare l’innaturale invasione di storni che sta mettendo in ginocchio il Sassarese è rivolgersi alla natura stessa, mettendo in volo i predatori del piccolo e baldanzoso passeriforme: i rapaci. Parole di uno che se ne intende, maresciallo dei carabinieri a Porto Torres ma soprattutto ex presidente della onlus Rapaci Capaci, che tra il 2016 e il 2017 ha partecipato attivamente alla promozione dell’antica arte della falconeria nell’Isola. Un ruolo “in prima linea” che Nando Muzzu ha dovuto lasciare per i troppi impegni nell’Arma, ma una passione che rimane viva più che mai. «Insieme al meraviglioso gruppo dei falconieri della Sardegna – racconta – siamo riusciti a far approvare nel luglio del 2018 una legge che, unica in Italia, regolamenta il settore e la pratica del Bird Control, la gestione dei volatili invasivi con la Falconeria. Siamo partiti da un convegno a Oristano, si parlava di come intervenire per tutelare le risaie dai fenicotteri rosa, che posandosi le distruggevano creando gravi danni. Non era mai stato fatto, ma con i nostri falchi abbiamo fatto cambiare abitudine ai fenicotteri, chiaramente senza ucciderne nemmeno uno. E poi alle cornacchie. E fatto capire alle istituzioni che quella era la via da seguire». Grazie alla legge si è creato un albo regionale, di cui attualmente fanno parte quattro falconieri: la sassarese Monica Aru, il leggendario slovacco Martin Strunga, unico diplomato in falconeria in Italia, con base a Guspini, e Andrea e Fabio Ortu, padre e figlio di San Gavino Monreale.