Via libera alle passeggiate «Ma rispettiamo le regole»
di Luca Fiori
La nuova ordinanza del sindaco consente da oggi l’attività fisica vicino a casa Dopo la lunga pausa sarà importante partire piano: «Il corpo deve riabituarsi»
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SASSARI. A passo lento verso la normalità. Dopo quasi cinquanta giorni di restrizioni e vita sedentaria i sassaresi da oggi potranno finalmente sgranchirsi le ginocchia, rimettere tuta e scarpe sportive e concedersi una passeggiata o una breve corsetta all’aria aperta.
Da stamattina infatti entra in vigore la nuova ordinanza firmata dal sindaco Nanni Campus che consente di «svolgere individualmente attività motoria nelle immediate vicinanze della propria abitazione purché – ha stabilito il primo cittadino – nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona».
Ma attenzione a non strafare, perché dopo tanta inattività la ripartenza dovrà essere graduale. «Sarà importante ripartire per gradi senza eccedere nei primi giorni con il volume e l’intensità degli allenamenti – spiega Francesco Moretti, fisioterapista e personal trainer della palestra “Ludus” – proprio perché provenienti da un lungo periodo di attività ridotta. In questa fase di quarantena allungata infatti molti sistemi del nostro organismo si saranno adattati alla scarsa mobilità, con conseguente diminuzione della nostra capacità cardiovascolare, con un possibile decremento del tono e del trofismo muscolare, soprattutto nelle persone più adulte e negli anziani. Considerata anche la diminuita esposizione ai raggi solari va tenuto conto di una probabile riduzione delle nostre risorse immunitarie e di un possibile calo della matrice ossea».
Rimettersi in movimento sarà comunque una benedizione non solo per il corpo ma anche per la mente. «Credo che mai come in questo momento fare sport sia un aspetto importante per tutelare la salute – spiega Matteo Boccolini, preparatore atletico della Dinamo Banco di Sardegna – una regolare attività fisica aiuta a diminuire il rischio di patologie come il diabete, le malattie cardiache e l’osteoporosi. E inoltre sono innegabili gli effetti positivi sulla salute psichica della persona che influiscono sullo sviluppo dell’autostima importante per la gestione dell’ansia e delle situazioni stressanti».
La ripresa dell’attività sportiva avrà però delle limitazioni. I bambini dovranno ancora attendere e per il momento si dovrà rinunciare alla corsa in pineta o a fare due passi in riva al mare. «La possibilità di riprendere l’attività all’aperto è ottima – spiega Denise Pisanu, istruttrice di pugilato del “Boxing Club Sassari” – il fatto che si possa fare solo in prossimità della propria abitazione no. La concessione-restrizione rivela ancora l’intenzione di voler controllare il cittadino e non di volerlo responsabilizzare, come invece sarebbe saggio fare. Non tutti i quartieri delle nostre città dispongono di spazi adatti all’attività fisica – aggiunge l’allenatrice di boxe – considerata la densità di popolazione e la disponibilità di aree verdi e marine fuori città, si tratta di un provvedimento non condivisibile, viste anche le modalità di contagio del virus. Credo che gli amministratori debbano gestire il territorio sulla scorta di una precisa conoscenza anche del suo paesaggio». E a dover ancora attendere non saranno solo gli amanti della natura, ma anche i titolari di palestre e centri sportivi per i quali non è prevista la riapertura al pubblico. «Per quanto riguarda le palestre – spiega Alessandro Meloni, laureato in scienza motorie, istruttore dello studio di pilates “SempliceMente” credo che debba prevalere il buonsenso. In base allo spazio a disposizione bisognerà dare possibilità di lavoro con piccoli gruppi. E poi – aggiunge Meloni – bisognerà pulire e sanificare secondo le norme anti covid spazi e attrezzi. Gli utenti dovranno naturalmente evitare di andare in palestra se non sono in perfetta salute. Penso che si possa ragionare in tal senso visto che tutte le gare sono sospese e non ci sono preparazioni che non possano prevedere variazioni. Sia per quanto riguarda le palestre sia per i “runner” ora la priorità deve essere ricominciare. Per quanto riguarda l’allenamento per strada – conclude l’istruttore – penso che sia importante rispettare la distanza tra le persone e deviare il percorso, se fosse necessario, per garantire la sicurezza di tutti».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Da stamattina infatti entra in vigore la nuova ordinanza firmata dal sindaco Nanni Campus che consente di «svolgere individualmente attività motoria nelle immediate vicinanze della propria abitazione purché – ha stabilito il primo cittadino – nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona».
Ma attenzione a non strafare, perché dopo tanta inattività la ripartenza dovrà essere graduale. «Sarà importante ripartire per gradi senza eccedere nei primi giorni con il volume e l’intensità degli allenamenti – spiega Francesco Moretti, fisioterapista e personal trainer della palestra “Ludus” – proprio perché provenienti da un lungo periodo di attività ridotta. In questa fase di quarantena allungata infatti molti sistemi del nostro organismo si saranno adattati alla scarsa mobilità, con conseguente diminuzione della nostra capacità cardiovascolare, con un possibile decremento del tono e del trofismo muscolare, soprattutto nelle persone più adulte e negli anziani. Considerata anche la diminuita esposizione ai raggi solari va tenuto conto di una probabile riduzione delle nostre risorse immunitarie e di un possibile calo della matrice ossea».
Rimettersi in movimento sarà comunque una benedizione non solo per il corpo ma anche per la mente. «Credo che mai come in questo momento fare sport sia un aspetto importante per tutelare la salute – spiega Matteo Boccolini, preparatore atletico della Dinamo Banco di Sardegna – una regolare attività fisica aiuta a diminuire il rischio di patologie come il diabete, le malattie cardiache e l’osteoporosi. E inoltre sono innegabili gli effetti positivi sulla salute psichica della persona che influiscono sullo sviluppo dell’autostima importante per la gestione dell’ansia e delle situazioni stressanti».
La ripresa dell’attività sportiva avrà però delle limitazioni. I bambini dovranno ancora attendere e per il momento si dovrà rinunciare alla corsa in pineta o a fare due passi in riva al mare. «La possibilità di riprendere l’attività all’aperto è ottima – spiega Denise Pisanu, istruttrice di pugilato del “Boxing Club Sassari” – il fatto che si possa fare solo in prossimità della propria abitazione no. La concessione-restrizione rivela ancora l’intenzione di voler controllare il cittadino e non di volerlo responsabilizzare, come invece sarebbe saggio fare. Non tutti i quartieri delle nostre città dispongono di spazi adatti all’attività fisica – aggiunge l’allenatrice di boxe – considerata la densità di popolazione e la disponibilità di aree verdi e marine fuori città, si tratta di un provvedimento non condivisibile, viste anche le modalità di contagio del virus. Credo che gli amministratori debbano gestire il territorio sulla scorta di una precisa conoscenza anche del suo paesaggio». E a dover ancora attendere non saranno solo gli amanti della natura, ma anche i titolari di palestre e centri sportivi per i quali non è prevista la riapertura al pubblico. «Per quanto riguarda le palestre – spiega Alessandro Meloni, laureato in scienza motorie, istruttore dello studio di pilates “SempliceMente” credo che debba prevalere il buonsenso. In base allo spazio a disposizione bisognerà dare possibilità di lavoro con piccoli gruppi. E poi – aggiunge Meloni – bisognerà pulire e sanificare secondo le norme anti covid spazi e attrezzi. Gli utenti dovranno naturalmente evitare di andare in palestra se non sono in perfetta salute. Penso che si possa ragionare in tal senso visto che tutte le gare sono sospese e non ci sono preparazioni che non possano prevedere variazioni. Sia per quanto riguarda le palestre sia per i “runner” ora la priorità deve essere ricominciare. Per quanto riguarda l’allenamento per strada – conclude l’istruttore – penso che sia importante rispettare la distanza tra le persone e deviare il percorso, se fosse necessario, per garantire la sicurezza di tutti».
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