La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, la studentessa espulsa dall'Ersu trova casa

Nadia Cossu
Sassari, la studentessa espulsa dall'Ersu trova casa

Sfrattata perché aveva dormito fuori. Il dipartimento di Agraria le dà una stanza in foresteria

2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. L’Università ci mette una pezza e trova subito una soluzione abitativa per la studentessa marocchina “sfrattata” dall’Ersu dopo aver trascorso la notte tra lunedì e martedì fuori dall’alloggio. E aver violato, di conseguenza, il regolamento anti-covid che prevede che i ragazzi debbano dormire nelle proprie stanze.

Ci ha pensato il dipartimento di Agraria a recuperare per la ragazza di 23 anni, rimasta all’improvviso senza un posto dove andare a dormire, un nuovo alloggio nella foresteria che si trova proprio a ridosso della facoltà. L’impegno del direttore del dipartimento, Antonello Pazzona, e di Luciano Gutierrez, delegato per internazionalizzazione, Erasmus e mobilità studentesca, oltre che per il progetto Formed (lo stesso che ha portato a Sassari la studentessa del Marocco e altri suoi connazionali) ha consentito di risolvere rapidamente una situazione che ha scatenato la rabbia di tanti studenti ospiti degli alloggi Ersu.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:sassari:cronaca:1.39002119:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2020/06/24/news/dorme-fuori-dall-alloggio-ersu-studentessa-espulsa-a-sassari-per-le-norme-anti-covid-1.39002119]]

In particolare contestano le contraddizioni presenti nel regolamento predisposto nel periodo della pandemia dall’Ente che, ad esempio, consente agli studenti di stare fuori tutto il giorno ma dall’altra parte impone loro di fare rientro negli alloggi la notte, pena l’espulsione.

Cosa che è puntualmente accaduta a Meryem, studentessa del Marocco arrivata a Sassari nell’ambito del progetto universitario Formed. Non era forse pienamente consapevole del rischio che avrebbe corso trascorrendo la serata con le amiche e poi decidendo di dormire a casa loro. Quando la mattina si è ripresentata nella struttura dell’Ersu, a Corte Santa Maria, la vigilanza ha suo malgrado dovuto comunicarle la decisione dell’ente. «Le regole sono regole e come tali vanno rispettate» era stata la risposta laconica del direttore Antonello Arghittu. «Abbiamo predisposto un regolamento per garantire la sicurezza a tutti i nostri ospiti, non posso soprassedere».

Alla giovane marocchina avevano da subito manifestato piena solidarietà tanti colleghi. Stranieri e sardi. Questi ultimi da mesi, proprio in virtù del regolamento Ersu, non possono tornare a casa nei loro paesi. La regola è chiara: la notte si rientra in alloggio altrimenti lo si perde.

In molti hanno sottolineato il fatto che se queste regole potevano essere valide quando l’emergenza coronavirus era in piena evoluzione forse ora andrebbero riviste e, in qualche modo, “ammorbidite”.

«Queste decisioni non sono in capo all’Università – ha spiegato il professor Gutierrez – sono regole stabilite dall’Ersu. Per fortuna abbiamo risolto presto, la ragazza starà insieme a un’altra studentessa che era stata espulsa per gli stessi motivi due mesi fa. L’ateneo sta riaprendo gli esami in presenza, i laboratori sono in funzione e ripartiranno subito anche le mobilità Erasmus. Naturalmente tutto nel pieno rispetto delle condizioni di sicurezza».

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
La storia 

Il racconto di una commessa: «Pagata solo 3,50 euro l’ora per lavorare nei festivi»

Video

Rissa furibonda fuori da un locale a Sassari, le impressionanti immagini della notte di follia

Le nostre iniziative