L’Accademia Tennis fa festa e raddoppia
di Roberto Sanna
Due nuovi campi, uno dei quali coperto, per la società che nel 1990 ha rivitalizzato un’area degradata di Rizzeddu
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SASSARI. Trenta candeline e un regalo speciale: due nuovi campi, uno dei quali coperto. L’Accademia Tennis festeggia un anniversario importante e forse anche impensabile al momento della fondazione, quando fondare un circolo di tennis in una delle zone più difficili della città sembrava una scommessa al limite della follia. Era il 1989 quando Mino Piu, Gianfelice Pilo e Sergio Branca decisero di lasciare la Torres e mettersi in proprio. Il primo approdo fu il Canopoleno, ma non funzionò e dopo pochi mesi la decisione di trasferirsi nell’area del pattinodromo di Rizzeddu dove c’erano due campi in pessime condizioni e una casetta da rimettere anche lei in sesto che ora è la club house di un circolo modello.
Mino Piu, uno dei pionieri del tennis regionale (prima come giocatore e poi come maestro), ha trasmesso la sua passione ai figli Carlo e Gabriella insieme ai quali comincia a godersi i frutti di un lungo cammino che ha visto l’Accademia farsi spazio letteralmente centimetro per centimetro, rimettendo a nuovo un sito disastrato. Nel frattempo anche il quartiere è migliorato e un po’ di merito è anche di questa piccola oasi sportiva che brulica di bambini e adulti con la racchetta in mano: «Abbiamo affrontato situazioni di ogni tipo – racconta –, confrontandoci con una realtà difficile. Qui era aperto, passavano personaggi di ogni genere, i furti di attrezzature erano all’ordine del giorno. Abbiamo cercato di integrarci col vicinato facendo giocare gratis i bambini che non potevano permetterselo, abbiamo anche assunto un custode per evitare i furti ma dopo un po’ lo hanno arrestato». E il rinnovamento dell’impianto è passato anche attraverso una querelle burocratica con le società di pattinaggio per un muro da buttare giù e caduto nel 2014. «Ci siamo inventati di tutto per trovare i fondi – aggiunge Carlo –, abbiamo tanti amici e qualche sponsor, abbiamo anche organizzato le loitterie. Ma non ci siamo mai dimenticati chi sta peggio di noi e ci siamo impegnati molto nel sociale, per esempio collaborando con la comunità Mondo X di padre Morittu».
La svolta è arrivata nel 2009 con una prima ristrutturazione, nel frattempo la scuola ha contato anche ottanta bambini e sono arrivati anche i primi risultati col gruppo degli agonisti: «Ma con due soli campi non puoi fare più di tanto» aggiunge ancora Mino. Per questo tra il 2017 e il 2018 è nato il progetto di espansione, che si è fatto largo dopo una lunga discussione con i gestori dell’ippodromo. Alla fine insieme al Comune, dal quale adesso si attende un (quasi doveroso) prolungamento della gestione, si è trovata la soluzione: i campi sorgeranno oltre il confine ma in un’area della pineta dove gli alberi erano pericolanti e sarebbero stati comunque abbattuti. Costo dell’opera 380mila euro e i lavori sono in dirittura d’arrivo col primo campo, quello coperto, che potrebbe essere pronto per la fine di ottobre. L’Accademia così raddoppia, già adesso ha un giro di circa cento tennisti, una scuola con quasi cinquanta bambini, sei tecnici. E guardando le foto di trent’anni fa, non sembra vero.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Mino Piu, uno dei pionieri del tennis regionale (prima come giocatore e poi come maestro), ha trasmesso la sua passione ai figli Carlo e Gabriella insieme ai quali comincia a godersi i frutti di un lungo cammino che ha visto l’Accademia farsi spazio letteralmente centimetro per centimetro, rimettendo a nuovo un sito disastrato. Nel frattempo anche il quartiere è migliorato e un po’ di merito è anche di questa piccola oasi sportiva che brulica di bambini e adulti con la racchetta in mano: «Abbiamo affrontato situazioni di ogni tipo – racconta –, confrontandoci con una realtà difficile. Qui era aperto, passavano personaggi di ogni genere, i furti di attrezzature erano all’ordine del giorno. Abbiamo cercato di integrarci col vicinato facendo giocare gratis i bambini che non potevano permetterselo, abbiamo anche assunto un custode per evitare i furti ma dopo un po’ lo hanno arrestato». E il rinnovamento dell’impianto è passato anche attraverso una querelle burocratica con le società di pattinaggio per un muro da buttare giù e caduto nel 2014. «Ci siamo inventati di tutto per trovare i fondi – aggiunge Carlo –, abbiamo tanti amici e qualche sponsor, abbiamo anche organizzato le loitterie. Ma non ci siamo mai dimenticati chi sta peggio di noi e ci siamo impegnati molto nel sociale, per esempio collaborando con la comunità Mondo X di padre Morittu».
La svolta è arrivata nel 2009 con una prima ristrutturazione, nel frattempo la scuola ha contato anche ottanta bambini e sono arrivati anche i primi risultati col gruppo degli agonisti: «Ma con due soli campi non puoi fare più di tanto» aggiunge ancora Mino. Per questo tra il 2017 e il 2018 è nato il progetto di espansione, che si è fatto largo dopo una lunga discussione con i gestori dell’ippodromo. Alla fine insieme al Comune, dal quale adesso si attende un (quasi doveroso) prolungamento della gestione, si è trovata la soluzione: i campi sorgeranno oltre il confine ma in un’area della pineta dove gli alberi erano pericolanti e sarebbero stati comunque abbattuti. Costo dell’opera 380mila euro e i lavori sono in dirittura d’arrivo col primo campo, quello coperto, che potrebbe essere pronto per la fine di ottobre. L’Accademia così raddoppia, già adesso ha un giro di circa cento tennisti, una scuola con quasi cinquanta bambini, sei tecnici. E guardando le foto di trent’anni fa, non sembra vero.
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