La Nuova Sardegna

Sassari

Nessun deposito di rifiuti pericolosi al Cipss, due assolti

Nessun deposito di rifiuti pericolosi al Cipss, due assolti

SASSARI. Erano accusati entrambi di aver depositato rifiuti pericolosi – tra il 2014 e il 2017 – all’interno di vasconi in cemento armato che si trovavano all’interno dell’area del Consorzio...

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SASSARI. Erano accusati entrambi di aver depositato rifiuti pericolosi – tra il 2014 e il 2017 – all’interno di vasconi in cemento armato che si trovavano all’interno dell’area del Consorzio industriale provinciale di Porto Torres. Il reato ambientale era stato contestato a Luigi Pulina, all’epoca direttore del Cipss (difeso dall’avvocato Gabriele Satta), e a Mauro Barmina, capo impianto del depuratore consortile di Porto Torres (assistito da Mario Pittalis). Entrambi erano stati rinviati a giudizio e ieri il giudice Maria Antonietta Crobu li ha assolti con formula ampia, «perché il fatto non sussiste».

Per la Procura nell’area industriale venivano stoccati rifiuti pericolosi costituiti da oli di sentina (residui delle navi) che i vasconi non sarebbero stati idonei a contenere perché presentavano «segni di cedimento e deterioramento delle superfici interne ed esterne». Non erano quindi «autorizzati» ad accogliere quel tipo di rifiuti.

Ma ieri mattina, nelle rispettive discussioni, gli avvocati Satta e Pittalis hanno smontato la tesi accusatoria (il pm ha chiesto la condanna a quattro mesi per entrambi) e chiarito non solo che il Consorzio industriale era stato autorizzato a ricevere le acque di sentina e a metterle in lavorazione per arrivare allo smaltimento finale ma anche che il sito veniva costantemente controllato dall’Arpas che mai aveva riscontrato anomalie nel corso degli anni.

L’indagine era partita nel 2017 dopo l’esposto presentato dalla Provincia in Procura e in seguito a un sopralluogo della Forestale. Ma durante il dibattimento è stato dimostrato – anche attraverso la relazione eseguita dal perito Angioni e poi confermata dai consulenti di parte – che nel sito non c’era alcuna perdita, alcuno sversamento di oli e soprattutto è stato stabilito che quei reflui potevano stare lì dove si trovavano.

Assoluzione piena, quindi, per Pulina e per Barmina. Quest’ultimo, tra l’altro, era un semplice impiegato, senza alcun potere nella catena gestionale e decisionale del Consorzio. (na.co.)

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