La Nuova Sardegna

Sassari

«Segregato e violentato in casa»

di Luca Fiori
«Segregato e violentato in casa»

Un sudamericano di 30 anni denuncia il suo presunto aguzzino: arrestato un sassarese di 37 anni

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SASSARI. Segregato per tredici ore nella sua abitazione nel centro di Sassari, privato del suo telefono cellulare e costretto sotto la minaccia di un coltello a subire per ore rapporti sessuali, prima di riuscire finalmente a liberarsi e correre a casa di una parente per chiedere aiuto.

Il film dell’orrore sarebbe andato in scena all’interno di un’abitazione non lontana dal palazzo di giustizia e dalla chiesa di San Giuseppe, tra il pomeriggio del 9 e la mattina del 10 maggio scorso.

La vittima, un cittadino straniero di 30 anni, dopo essersi liberato ed essere fuggito dalla sua abitazione si è presentato in lacrime a casa di una familiare. Sporco in viso e con le mani tremanti, ha raccontato quello che era stato costretto a subire da un uomo che conosceva e che per mesi lo aveva costretto sotto minaccia a pagargli una tangente, prima di 150 e poi di 400 euro a settimana.

È stato in quel momento, quando venti giorni fa lo straniero si è presentato in questura insieme alla familiare che lo aveva soccorso, che sono partite le indagini della polizia. Un’inchiesta delicatissima, seguita in prima persona dal procuratore capo Gianni Caria e dal sostituto Ermanno Cattaneo, che sabato sera ha portato all’arresto di Marco Garaffa, imprenditore sassarese di 37 anni.

Gli agenti della squadra mobile gli hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, firmata dal giudice delle indagini preliminari Antonello Spanu. L’uomo è accusato di sequestro di persona, violenza sessuale continuata ed estorsione. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della terza sezione della Mobile coordinati dal dirigente Dario Mongiovì, lo straniero e l’imprenditore sassarese si sarebbero conosciuti a dicembre dello scorso anno, quando il 37enne avrebbe pagato lo straniero per dei massaggi e delle prestazioni sessuali.

A gennaio l’atteggiamento dell’imprenditore sarebbe però cambiato. Per il cittadino sudamericano sarebbe iniziato un incubo fatto di minacce e di continue richieste di denaro.

«Se non paghi - gli avrebbe detto Garaffa - ti faccio togliere il permesso di soggiorno da una persona che conosco in questura». Con un coltello puntato alla gola e con la minaccia di ritorsioni anche contro i suoi familiari, il trentenne sarebbe stato costretto a versare la tangente settimanale fino alla fine di aprile. Il 9 maggio scorso - secondo quanto è emerso dalle indagini - Garaffa avrebbe avvicinato la vittima per strada e minacciando l’uomo con un coltello lo avrebbe costretto a farsi dare le chiavi del suo appartamento. Una volta dentro l’abitazione l’imprenditore avrebbe sottratto il telefono alla vittima e dopo aver chiuso la porta d’ingresso a chiave lo avrebbe obbligato a subire rapporti sessuali. Solo dopo tredici ore di inferno il 30enne sarebbe riuscito a fuggire e a chiedere aiuto. Dopo la denuncia in questura il 10 maggio scorso era stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco per consentire alla vittima di rientrare nel suo appartamento. In quel frangente, gli investigatori della Mobile e gli esperti della Scientifica avevano sequestrato nell’abitazione del cittadino straniero il coltello che sarebbe stato usato durante la violenza e raccolto diverse prove che due giorni fa hanno portato a far scattare l’arresto. Domani mattina, difeso dall’avvocato Antonello Fancellu, l’imprenditore comparirà in tribunale davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia.

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