Denise, la giudice di Sassari ex pm a Marsala ora indagata: "Ho dato fastidio a qualcuno"
Maria Angioni dopo il primo colloquio coi colleghi della procura siciliana aveva già presentato un esposto al Csm
SASSARI. Tre ore di interrogatorio con i due sostituti procuratori che l'avevano già sentita il 3 maggio: allora l'ex pm Maria Angioni, ora giudice del lavoro a Sassari, era stata invitata a presentarsi dopo una serie di dichiarazioni rese alla stampa sulle prime fasi dell'inchiesta sul sequestro di Denise Pipitone a Mazara del Vallo, inchiesta da lei seguita dall'ottobre 2004 al luglio 2005. Ieri, invece, la Angioni è ritornata in procura a Marsala in veste di indagata, proprio in relazione al colloquio di maggio. L'ex procuratrice deve rispondere di dichiarazioni false rese ai pm perché di alcune circostanze da lei riferite non sarebbe stato trovato riscontro negli atti dell'inchiesta: la Angioni aveva parlato ai pm Roberto Piscitello e Giuliana Rana dei depistaggi e delle connivenze che avevano pesantemente condizionato l'andamento delle indagini. La giudice aveva denunciato la rete di protezione intorno alla famiglia allargata Pulizzi-Corona, con alcuni componenti che sapevano di essere intercettati ed esponenti delle forze dell'ordine che riferivano le mosse degli inquirenti. Il 4 giugno è stato emesso l'avviso di garanzia nei suoi confronti, che le è stato notificato il 18 giugno con l'invito a comparire a Marsala. Subito dopo l'interrogatorio, Maria Angioni non si mostra sorpresa: in attesa del volo che la riporterà in Sardegna rivela che dopo il colloquio di maggio aveva iniziato a nutrire sospetti al punto «da avere presentato un esposto contro la Procura di Marsala».
L'avviso di garanzia. «Ai due pm da cui sono stata sentita a sommarie informazioni il 3 maggio ho ribadito quanto detto in occasione della prima trasmissione Tv nella quale avevo parlato dell'inchiesta sulla scomparsa della piccola Denise. Ai sostituti Piscitello e Rana ho spiegato più volte che non potevo ricordare tutto alla perfezione, dal momento che sono trascorsi più di 17 anni anni e su alcuni passaggi della vicenda rischiavo di essere imprecisa. Per questo ho premesso che in caso di incongruenze avrebbero fatto fede gli atti dell'inchiesta. Nonostante questo, ho ricevuto l'avviso di garanzia. Oggi (ieri ndr) ho ribadito gli stessi concetti dell'altra volta mentre mi sono avvalsa della facoltà di non rispondere su altre domande che esulavano dal colloquio del 3 maggio». Sull'avviso di garanzia: «È chiaro che quello che ho detto ha dato fastidio a qualcuno. E c'é ancora chi si domanda perché ho parlato pubblicamente solo dopo 17 anni...».
Le altre dichiarazioni. Le false dichiarazioni per le quali è finita sotto inchiesta non hanno nulla a che vedere con le altre rivelazioni che l'ex pm ha fatto attraverso la stampa. Maria Angioni ha detto che Denise, figlia di Piera Maggio e di Piero Pulizzi (ex marito di Anna Corona) sarebbe stata portata via su una barca a remi. Ha aggiunto di essere convinta che sia viva e che la sua salvezza sia stata un patto siglato tra due gruppi di persone - i cattivi e i buoni - legati alla famiglia allargata Pulizzi-Corona. L'ex pm ritiene che Denise e Danàs, la bimba avvistata a Milano un mese dopo il sequestro in compagnia di una donna di probabile etnia rom, siano la stessa persona. Qualche giorno fa la Angioni ha fatto nuove dichiarazioni choc: «Sono certa di avere individuato Denise. Sta bene, vive fuori dall'Italia, ha un marito e una bambina». Una pista che si sarebbe rivelata falsa, perché la ragazza nella foto indicata dalla Angioni non è Denise ma una persona che le somiglia molto. Nonostante questo, l'ex pm va avanti: «Ho ritenuto giusto fare quella segnalazione e continuo a pensare che intorno a quella foto bisognerebbe indagare».
Gli atti del processo. Lei lo farà senz'altro «perché quello che conta è ristabilire la verità e cercare di riportare Denise dalla famiglia da cui è stata strappata». Per questo la giudice Angioni ha chiesto e ottenuto «tutti gli atti del processo nei confronti di Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise, passato in giudicato. Continuerò a leggere, a studiare, a provare a capire».