La Nuova Sardegna

Sassari

«Sarò disabile, ma posso badare a me stesso»

«Sarò disabile, ma posso badare a me stesso»

Gavino Fadda, il battagliero tetraplegico osilese, racconta la sua disavventura al Palazzo Rosa

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SASSARI. «É una storia che si ripete – dice sconsolato Gavino Fadda, il tetraplegico osilese protagonista di tante battaglie per i diritti delle persone con disabilità – troppo spesso manca il riguardo e il rispetto per la nostra condizione». L’ultimo episodio raccontato da Fadda è accaduto a Sassari e mette in evidenza le enormi difficoltà con le quali i disabili devono fare purtroppo i conti ogni giorno. E si è verificato martedì 27 luglio al Palazzo rosa della Asl, dove Piera, la sorella di Gavino, lo aveva accompagnato per eseguire delle analisi.

«Mia sorella è stata severamente redarguita per “aver lasciato un disabile da solo”», dice Gavino Fadda.

La vicenda - secondo il racconto fatto dai protagonisti - inizia quando i due, recatisi alla Asl dove Gavino Fadda doveva fare un prelievo, si rendono conto di aver dimenticato l’impegnativa a casa. Due le possibilità: tornare indietro e recuperare la documentazione in fretta, o perdere l’appuntamento.

A quel punto, Piera ha chiesto di poter far restare il fratello in sala d'attesa, intanto che lei risaliva a Osilo a recuperare la ricetta. Così Gavino ha atteso pazientemente, il tempo necessario per il viaggio andata e ritorno della sorella.

«Ho chiuso un po’ gli occhi – dice Fadda – forse ho mosso la carrozzina di qualche centimetro non di più, ma ero tranquillo come tutte le volte che sto da solo». Ma al suo ritorno, «con atteggiamenti a me sgradevoli – dice il disabile osilese – hanno ripreso Piera, affermando che «non si può lasciare il disabile da solo, andava avanti e indietro». Di fronte alle contestazioni Piera Fadda avrebbe risposto: «Mio fratello sa stare da solo, è abituato ad andare da solo anche in città, non ha un tutore», rivendicando quell’autonomia e quella libertà di movimento che Gavino ha sempre voluto affermare con determinazione. La morale della storia, secondo Gavino Fadda, è che «se certi valori non partono dalla sanità, per dare coraggio ai familiari delle persone con disabilità, anziché ingenerare in loro depressione e frustrazione, vuol dire che abbiamo ancora molta strada da fare». Per fortuna, conclude Gavino, «vi sono persone con disabilità che, come me, combattono tutti i giorni perché la libertà sia anche un nostro diritto».

Mario Bonu

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