I nuovi custodi del centro storico
di Paolo Ardovino
Il progetto Iti “Sassari storica” cerca baby sitter e portieri per fare inclusione e riqualificare la città
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SASSARI. Il Comune si dice pronto a far partire i lavori per formare nuove figure che possano essere d’aiuto per la comunità – al centro storico – e individualmente – si parla di inclusione. All’interno del progetto urbano Iti Sassari storica, è stata avviata la procedura per assegnare i servizi di formazione per le due figure prescelte: baby sitter di prossimità e portieri di comunità.
Azione sociale. Si tratta di uno dei punti delle iniziative in programma, legato al discorso di inclusione sociale e lavorativa. Elaborato dal settore Politiche, servizi e coesione sociale, il progetto prevede la creazione di un servizio di supporto attraverso venti baby sitter di prossimità, con il rilascio di una qualifica nel settore di servizi socio sanitari della Regione, e dieci portieri di comunità, operatori domiciliari cioè in grado di offrire servizi flessibili e personalizzati di conciliazione del tempo famiglia/lavoro con una assistenza qualificata.
In soldoni, significa dare una possibilità a una trentina di persone di avviare un percorso lavorativo e mettersi a disposizione della città.
Come funziona. Il Comune si era fatto avanti lo scorso agosto alla ricerca di soggetti capaci di formare le figure richieste. In questi giorni, l’amministrazione è tornata a farsi sentire con l’indizione di una procedura negoziata tra i tre operatori economici che hanno manifestato interesse, mettendo sul piatto una spesa complessiva di 435mila euro per realizzare il servizio. La società che presenterà l’offerta migliore, comincerà un percorso di quasi un anno e mezzo (16 mesi) in cui dovrà occuparsi della gestione innanzitutto dell’attività di formazione delle persone, dunque di effettuare i tirocini e accompagnarle verso la creazione d’impresa.
La sub-azione dell’Iti rivolta ai percorsi di inclusione ha, come espresso nella comunicazione del comune, «l’obbiettivo di implementare l’occupazione, prevalentemente femminile, sviluppando un percorso di inclusione sociale e lavorativa per giovani e donne attraverso la formazione e l’acquisizione di una qualifica professionale o di unità di competenza».
Le mansioni. Un movimento circolare per selezionare persone pronte a entrare nel tessuto occupazionale cittadino e dare loro un’opportunità, da riversare allo stesso tempo anche sulla città.
Le baby sitter dovranno sostenere i nuclei residenti nell’area dove agisce l’Iti privi o carenti di rete familiare e con un carico educativo complesso, mentre ai portieri di comunità viene affidata la gestione della quotidianità di persone fragili, agendo da tramite tra esigenze dei cittadini e le istituzioni pubbliche in ambito sociale, sanitario e abitativo. Parallelamente, nel 2020 già venti donne avevano cominciato la fase di formazione come “madri di quartiere”.
Il piano dell’Iti. Il vasto programma di investimento territoriale integrato Iti Sassari Storica, che dispone di circa 15 milioni di euro, si compone di sei azioni tematiche su scala urbana per contrastare la marginalità di certi quartieri e, nello specifico, ridare vita alla città murata del centro storico.
Le sei azioni comprendono la promozione dell’innovazione sociale con iniziative per prevenire il disagio e sostenere l’autonomia e l’inclusione; la rigenerazione sostenibile del vecchio mercato civico; la valorizzazione della tradizione dei Candelieri per la qualificazione della parte bassa del centro di Sassari; riqualificazione e valorizzazione della valle del Rosello a servizio del quartiere di San Donato; attivarsi in fatto di cultura d’impresa e inclusione attiva; processo partecipativo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Azione sociale. Si tratta di uno dei punti delle iniziative in programma, legato al discorso di inclusione sociale e lavorativa. Elaborato dal settore Politiche, servizi e coesione sociale, il progetto prevede la creazione di un servizio di supporto attraverso venti baby sitter di prossimità, con il rilascio di una qualifica nel settore di servizi socio sanitari della Regione, e dieci portieri di comunità, operatori domiciliari cioè in grado di offrire servizi flessibili e personalizzati di conciliazione del tempo famiglia/lavoro con una assistenza qualificata.
In soldoni, significa dare una possibilità a una trentina di persone di avviare un percorso lavorativo e mettersi a disposizione della città.
Come funziona. Il Comune si era fatto avanti lo scorso agosto alla ricerca di soggetti capaci di formare le figure richieste. In questi giorni, l’amministrazione è tornata a farsi sentire con l’indizione di una procedura negoziata tra i tre operatori economici che hanno manifestato interesse, mettendo sul piatto una spesa complessiva di 435mila euro per realizzare il servizio. La società che presenterà l’offerta migliore, comincerà un percorso di quasi un anno e mezzo (16 mesi) in cui dovrà occuparsi della gestione innanzitutto dell’attività di formazione delle persone, dunque di effettuare i tirocini e accompagnarle verso la creazione d’impresa.
La sub-azione dell’Iti rivolta ai percorsi di inclusione ha, come espresso nella comunicazione del comune, «l’obbiettivo di implementare l’occupazione, prevalentemente femminile, sviluppando un percorso di inclusione sociale e lavorativa per giovani e donne attraverso la formazione e l’acquisizione di una qualifica professionale o di unità di competenza».
Le mansioni. Un movimento circolare per selezionare persone pronte a entrare nel tessuto occupazionale cittadino e dare loro un’opportunità, da riversare allo stesso tempo anche sulla città.
Le baby sitter dovranno sostenere i nuclei residenti nell’area dove agisce l’Iti privi o carenti di rete familiare e con un carico educativo complesso, mentre ai portieri di comunità viene affidata la gestione della quotidianità di persone fragili, agendo da tramite tra esigenze dei cittadini e le istituzioni pubbliche in ambito sociale, sanitario e abitativo. Parallelamente, nel 2020 già venti donne avevano cominciato la fase di formazione come “madri di quartiere”.
Il piano dell’Iti. Il vasto programma di investimento territoriale integrato Iti Sassari Storica, che dispone di circa 15 milioni di euro, si compone di sei azioni tematiche su scala urbana per contrastare la marginalità di certi quartieri e, nello specifico, ridare vita alla città murata del centro storico.
Le sei azioni comprendono la promozione dell’innovazione sociale con iniziative per prevenire il disagio e sostenere l’autonomia e l’inclusione; la rigenerazione sostenibile del vecchio mercato civico; la valorizzazione della tradizione dei Candelieri per la qualificazione della parte bassa del centro di Sassari; riqualificazione e valorizzazione della valle del Rosello a servizio del quartiere di San Donato; attivarsi in fatto di cultura d’impresa e inclusione attiva; processo partecipativo.
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