Concorsi truccati, nei guai agente in servizio a Bancali
di Gianni Bazzoni
Al poliziotto è stato notificato l’obbligo di dimora a Porto Torres dove risiede. L’inchiesta partita da Trapani: 14 indagati. La mente sarebbe un vigile del fuoco
31 marzo 2022
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SASSARI. C’è un risvolto sassarese che emerge dall’inchiesta della procura della Repubblica di Trapani nell’ambito dei concorsi truccati per le assunzioni nei vigili del fuoco e nelle forze di polizia. Ieri mattina i carabinieri della compagnia di Porto Torres e del comando provinciale di Sassari hanno notificato la misura cautelare dell’obbligo di dimora a un agente della polizia penitenziaria del carcere di Bancali e residente a Porto Torres. L’agente è stato atteso al momento della conclusione del turno di servizio nel penitenziario sassarese.
Il suo coinvolgimento riguarderebbe il tentativo di ottenere favori per vincere un concorso nei vigili del fuoco e non quello nella polizia penitenziaria. L'inchiesta, partita nel giugno 2020 ha avuto sviluppi clamorosi ieri con l’esecuzione di 14 misure cautelari: un arresto in carcere, tre ai domiciliari e 10 obblighi di dimora.
Secondo quanto emerso finora dall’attività investigativa, sarebbe Giuseppe Pipitone, direttore ginnico sportivo dei vigili del fuoco, attualmente in servizio presso il Comando di Catania, la mente dell'organizzazione che, in cambio di mazzette, faceva vincere a candidati compiacenti il concorso nei vigili del fuoco. Pipitone è stato arrestato ieri mattina nell'ambito dell’inchiesta coordinata dai pm di Trapani che ha fatto luce anche su irregolarità registrate nei concorsi per la polizia.
Durante una perquisizione effettuata nel garage di Pipitone, nascosta sotto alcune uniformi è stata trovata una busta gialla con all'interno denaro contante per circa 7200 euro e un foglio di carta con scritto «Elenco discenti (Pipitone)», che, per gli inquirenti, sarebbe stato una sorta di promemoria, con accanto a ciascun nominativo gli importi di denaro versati. Dalle intercettazioni delle telefonate di Pipitone con il fratello viene fuori il tentativo di far sparire le prove della corruzione. «Veloce, vai a casa dalla mamma, prendi le chiavi, veloce però veloce... veloce...», diceva al familiare. «Entrando nel garage dove ci sono le divise appese...– diceva al telefono – c'è uno scatolo che ci sono cose di plastica trasparenti e sotto c'è una busta. Prendila e te la porti». Nell'inchiesta sono stati coinvolti anche due sindacalisti dei vigili del fuoco e della polizia: Alessandro Filippo Lupo della Uil e Vittorio Costantini della Usip. Secondo le indagini Lupo sarebbe intervenuto sui membri di commissione fornendo loro indicazioni e ricevendo informazioni, per garantire il giudizio di idoneità in favore di alcuni candidati che avrebbero pagato per superare l'esame. Le somme richieste variavano da 3.500 euro per i vigili del fuoco a 5mila euro per la polizia. L’inchiesta prosegue e può riservare altri sviluppi.
Il suo coinvolgimento riguarderebbe il tentativo di ottenere favori per vincere un concorso nei vigili del fuoco e non quello nella polizia penitenziaria. L'inchiesta, partita nel giugno 2020 ha avuto sviluppi clamorosi ieri con l’esecuzione di 14 misure cautelari: un arresto in carcere, tre ai domiciliari e 10 obblighi di dimora.
Secondo quanto emerso finora dall’attività investigativa, sarebbe Giuseppe Pipitone, direttore ginnico sportivo dei vigili del fuoco, attualmente in servizio presso il Comando di Catania, la mente dell'organizzazione che, in cambio di mazzette, faceva vincere a candidati compiacenti il concorso nei vigili del fuoco. Pipitone è stato arrestato ieri mattina nell'ambito dell’inchiesta coordinata dai pm di Trapani che ha fatto luce anche su irregolarità registrate nei concorsi per la polizia.
Durante una perquisizione effettuata nel garage di Pipitone, nascosta sotto alcune uniformi è stata trovata una busta gialla con all'interno denaro contante per circa 7200 euro e un foglio di carta con scritto «Elenco discenti (Pipitone)», che, per gli inquirenti, sarebbe stato una sorta di promemoria, con accanto a ciascun nominativo gli importi di denaro versati. Dalle intercettazioni delle telefonate di Pipitone con il fratello viene fuori il tentativo di far sparire le prove della corruzione. «Veloce, vai a casa dalla mamma, prendi le chiavi, veloce però veloce... veloce...», diceva al familiare. «Entrando nel garage dove ci sono le divise appese...– diceva al telefono – c'è uno scatolo che ci sono cose di plastica trasparenti e sotto c'è una busta. Prendila e te la porti». Nell'inchiesta sono stati coinvolti anche due sindacalisti dei vigili del fuoco e della polizia: Alessandro Filippo Lupo della Uil e Vittorio Costantini della Usip. Secondo le indagini Lupo sarebbe intervenuto sui membri di commissione fornendo loro indicazioni e ricevendo informazioni, per garantire il giudizio di idoneità in favore di alcuni candidati che avrebbero pagato per superare l'esame. Le somme richieste variavano da 3.500 euro per i vigili del fuoco a 5mila euro per la polizia. L’inchiesta prosegue e può riservare altri sviluppi.