La Nuova Sardegna

Sassari

Il caso

Il Tar dà ragione a Diop, il senegalese di Sassari cieco e malato: «Il permesso di soggiorno va rinnovato»

Nadia Cossu
Galaye Diop, senegalese che vive in Sardegna dal 1991
Galaye Diop, senegalese che vive in Sardegna dal 1991

Accolto il ricorso del 73enne innamorato della terra che lo ha accolto tanto tempo fa

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Sassari Arriva un nuovo punto a favore della battaglia portata avanti da Galaye Diop, il 73enne senegalese che vive nella «sua» Sardegna dal 1991.

Diventato cieco e affetto da importanti patologie cardiache, Diop negli ultimi quattro anni si è visto negare dalla questura di Sassari il rinnovo del permesso di soggiorno (sempre rilasciato in virtù delle cure mediche cui viene regolarmente sottoposto) «senza alcuna convincente spiegazione», avevano puntualizzato a maggio del 2018 i giudici del Tar accogliendo il ricorso presentato dall’avvocato Giuseppe Onorato. A quella sentenza non aveva però fatto seguito il rilascio del permesso, così come ci si sarebbe aspettati. Il questore di Sassari Claudio Sanfilippo a febbraio dell’anno scorso aveva infatti firmato un provvedimento che rigettava l’istanza stabilendo che il senegalese dovesse volontariamente lasciare l’Italia entro quindici giorni dalla notifica di quel decreto. C’era stato di conseguenza un nuovo ricorso da parte dell’avvocato Onorato e a luglio del 2021 il Tar di Cagliari aveva accolto l’istanza cautelare sospendendo il provvedimento del questore e fissando come data per il riesame il 29 giugno 2022.

Il ricorso è stato trattato nei giorni scorsi nel merito e al termine dell’udienza il Tribunale ha ancora una volta dato ragione al senegalese sostenendo, tra l’altro, che il 73enne «ha documentato l’esistenza di ulteriori problemi di salute che ora vieppiù giustificano il rilascio del titolo richiesto».

La storia di Diop è quella di un uomo vecchio, malato e innamorato della terra che lo ha accolto tanto tempo fa. Nello stesso anno in cui è arrivato in Italia è stato colpito dal distacco della retina, è stato sottoposto a un intervento chirurgico ma la malattia lo ha progressivamente portato alla cecità assoluta, tanto da essere riconosciuto invalido civile al 100%. Nei successivi 27 anni ha lavorato saltuariamente. Il 25 luglio 2016 ha chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno per cure mediche, ma la questura di Sassari – nonostante memorie difensive e documentazione medica che attestava l’ulteriore patologia cardiaca con la necessità di cure specialistiche “di alto livello” – aveva respinto la richiesta. Poi un secondo rigetto.

Tra le varie motivazioni il fatto che non sarebbe stata «documentata l’esistenza di trattamenti terapeutici in corso che potrebbero giustificare la necessità di permanere in Italia» né «l’esistenza di condizioni di salute di particolare gravità e l’impossibilità di ricevere nel Paese d’origine le cure di cui attualmente beneficia in Italia». In realtà già nel 2018 il Tar aveva detto che «la documentazione prodotta attesta il fatto che Galaye è affetto da una seria patologia cardiovascolare che richiede la sottoposizione a cure specialistiche di alto livello. In ogni caso la sua condizione di cieco totale, legata a una patologia maturata durante il soggiorno in Italia, giustifica ampiamente il rinnovo del titolo di soggiorno». Senza questo, Diop non può curarsi, non percepisce la pensione di invalidità e non ha documenti.
 

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