Sassari, fregula, torrone e ballo sardo per il benvenuto agli studenti Erasmus
Nella mensa universitaria dell’Ersu la festosa accoglienza degli studenti stranieri. L’entusiasmo dei ragazzi: «Sassari ci piace, non è dispersiva. Il futuro? Forse qui»
Sassari I primi passi dell’esperienza all’estero vanno a ritmo di organetto. Finita la cena a base di salumi, fregula, agnello e torrone, i meno timidi sono subito finiti tra le mani del gruppo folk in costume bianco, rosso e nero. La serata di accoglienza degli studenti Erasmus si è trasformata in una grande festa che ha rianimato la mensa universitaria dopo due anni e mezzo di silenzi, mascherine e distanziamento sociale. Tantissimi i ragazzi e le ragazze che non si sono persi l’appuntamento di via Dei Mille. Molti sardi, ma soprattutto loro: gli studenti arrivati da Spagna, Portogallo, Francia, Croazia e Polonia per scoprire l’Italia attraverso una città, Sassari, che sembra proprio fare al caso loro. Francisco Halpern, 25 anni, portoghese, per esempio è arrivato sei mesi fa. E ha appena rinnovato la sua permanenza in città. «Qui mi sto trovando molto bene. La vita, gli altri studenti, la gente del posto – dice Francisco, che si sta formando come ingegnere zootecnico –. Sassari non è molto grande e questo, per noi, è un aspetto positivo. Non è dispersiva. Poi ripeto, mi trovo bene con i sassaresi. Qua farò anche il tirocinio». E dopo? «Vedremo, potrei anche restare qui».
L’Europa a Sassari La cena di benvenuto agli studenti universitari del programma Erasmus+ è stata organizzata dall’Ersu col supporto dell’associazione Esn - Erasmus student network. Il menù, tutto a base di piatti locali, è stato pensato per far fare agli studenti europei un primo tuffo nelle tradizioni del posto. Anche per questo è stato chiamato il gruppo folk San Giorgio di Usini, che, insieme all’organettista Giuseppe Cubeddu, si è più volte esibito per poi coinvolgere gli stessi studenti Erasmus in un grande ballu tundu al centro della sala mensa. In mezzo ci sono anche Milena Lachendro e Joanna Jachimek, 24enni arrivate due settimane fa dalla Polonia. Studentesse di Lettere, nel loro Paese hanno studiato letteratura e lingua italiana, che parlano già piuttosto bene. «Siamo qui da poco, ma Sassari ci è subito piaciuta – dice Milena –. La città non è grande ed è un bene, perché è a misura di cittadino». I primi giorni in Sardegna, da studentesse dell’università di Sassari, sono serviti per conoscere un po’ il posto. «Stiamo girando la zona – spiega Joanna –. Abbiamo visto Porto Torres e Alghero e conosciuto gli altri studenti Erasmus. E poi naturalmente stiamo cercando di studiare». Il futuro? «Ancora è presto per dirlo, ma ci piacerebbe lavorare in Italia nel campo delle lingue» aggiunge Joanna. Non è mancato Stefano Pani, 25 anni, il presidente dell’associazione Esn. «Il gruppo di quest’anno è molto variegato – spiega –. In tutto a Sassari si contano 280 studenti Erasmus. I più numerosi sono spagnoli. Noi, come associazione, ci occupiamo di organizzare attività e iniziative legate alla cultura e al sociale».
Il benvenuto Ad accogliere i ragazzi è stato Libero Meloni, direttore generale dell’Ersu: «Una serata che crediamo abbia dimostrato al meglio il concetto tutto sardo di accoglienza. Speriamo possa restare indelebile nella memoria di questi giovani uomini e donne che hanno scelto Sassari e le sue realtà universitarie e accademiche di grande valore per un periodo di studi all’estero». Presenti Gabriele Mulas e Laura Useri, assessori comunali alla Programmazione e alle Politiche giovanili, e le delegate rettorali alle Relazioni internazionali dell’università, Claudia Crosio e Rosanna Ortu. Per il conservatorio Canepa il vicedirettore Stefano Melis e il delegato alle Relazioni internazionali Mauro Masala, poi don Fabio Nieddu dell’Arcidiocesi, Gavino Matteo Latte della Fondazione Accademia e il dirigente Ersu Mauro Deidda.