Femminicidio di Speranza Ponti ad Alghero: chiesto l’ergastolo per Massimiliano Farci
Stamattina, venerdì 10 novembre, si è svolta in corte d’appello a Sassari l’udienza del processo di appello per l’omicidio di Speranza Ponti.
Sassari Dieci punti "insuperabili" che riassumono un processo dove la responsabilità dell'imputato è stata ampiamente dimostrata. "Il velo è stato squarciato, la responsabilità di Farci è negli atti". Con queste parole il sostituto procuratore Angelo Beccu, nelle vesti di pg in corte d'appello, ha chiesto stamattina, venerdì 10 novembre, la conferma della condanna all'ergastolo per Massimiliano Farci, il 56enne di Assemini condannato in primo grado all'ergastolo più 18 mesi di isolamento diurno per il femminicidio della compagna, Speranza Ponti, di 49 anni, uccisa ad Alghero il 5 dicembre 2019.
Massimiliano Farci, che sta già scontando un ergastolo per l'uccisione nel 1999 dell'imprenditore Renato Baldussi di San Sperate (ma dal 2017 era in semilibertà e aveva aperto una pizzeria ad Alghero), si è sempre dichiarato innocente, sostenendo di aver trovato la compagna morta in casa, impiccata con un lenzuolo alla porta della camera da letto.
Poi ha ammesso di avere occultato il cadavere portandolo in una collinetta con vista sul promontorio di Capo Caccia, spiegando di averlo fatto sia perché era un desiderio di Speranza Ponti, sia perché aveva paura di non essere creduto dalle forze dell'ordine.
Tesi alla quale la Procura non ha mai creduto. E nemmeno i giudici della corte d'assise di Sassari che lo hanno condannato in primo grado al carcere a vita.
A seguire, nella stessa udienza odierna, la discussione degli avvocati di parte civile Edoardo Morette e Stefano Carboni, mentre il 15 dicembre la parola passerà al difensore Daniele Solinas. Massimiliano Farci, stamattina, ha scelto di non comparire in udienza.