Sassari, la lapide di Barberina Piccolina si rompe dopo 130 anni: scatta la colletta per aggiustarla
Su Facebook la raccolta fondi per riparare la tomba di una donna sassarese morta in solitudine nel 1893
Sassari. Alla fine il peso dei 130 anni si è fatto sentire. La lapide di marmo bianco si è staccata dal muro ed è andata in frantumi. Finita in mille pezzi dopo che, soltanto due mesi fa, aveva fatto il pieno di like e condivisioni sulle pagine social dedicate al passato della città. Erano stati infatti l’insolito nome e anche la storia della misteriosa donna che riposa nella tomba ad accendere la curiosità di Facebook: Barberina Piccolina, morta nel 1893 senza mai sposarsi ma legatissima ai figli orfani della sorella, che crebbe come fossero i suoi. Gli stessi che, alla sua morte, fecero realizzare una elegante lapide da impiantare in un angolo del cimitero monumentale. «A Barberina Piccolina, la quale bastò a se stessa, deceduta il dì 8 febbrajo 1893, i suoi nipoti riconoscenti» si leggeva fino a poche ore fa. E adesso che la lastra di marmo si è improvvisamente rotta, e considerato che è quasi impossibile riuscire a rintracciare i discendenti, sempre su Facebook è partita una piccola gara con l’obiettivo di aggiustare la lapide e riposizionarla infine nel punto in cui si è sempre trovata. Il costo si aggira attorno ai mille euro e la colletta è appena iniziata.
Chi era Piccolina. Sono diverse le pagine che su Facebook raccontano la storia e i personaggi della città. Una delle più seguite si chiama Cimitero monumentale di Sassari e l’amministratore è Fabrizio Vanali, grande appassionato di storia sassarese e tra i fondatori dell’associazione culturale Quiteria. A ottobre Vanali, sulla sua pagina, aveva così pubblicato un bel post scritto da Marco Atzeni – anche lui grande cacciatore di storie dimenticate – e incentrato proprio sulla figura di Barberina Piccolina, che, per via del nome e anche del suo enigmatico epitaffio, aveva sempre stuzzicato la curiosità dei sassaresi. Risultato del post: 10mila like, più di 500 commenti e 1358 condivisioni. Atzeni, con il suo racconto preceduto da una accurata ricerca, dopo 130 anni aveva così svelato il mistero della donna che «bastò a se stessa». Atzeni spiega che Barberina Piccolina nacque a Sassari nel 1833 da una famiglia benestante. Il padre Angelo Luigi, originario della Liguria, lavorava negli uffici del regio patrimonio, mentre la mamma Chiara Maria Oggiano era figlia di un notaio. «La sorella più grande, Francesca Rosa, aveva sposato a Sassari il potente colonnello Giuseppe Tharena – si legge nel post di Marco Atzeni –. Purtroppo, nel 1869, proprio l’adorata sorella morì a Genova. Il padre di Barberina non resse al lutto, mentre lei, con l’animo a pezzi, adottò i nipoti, rimasti orfani. Barberina, all’epoca quasi quarantenne, non aveva figli suoi e, tra l’altro, sorseggiando il tè ribadiva alle amiche di non volere un uomo a fianco». Morì quindi da sola, bastando a se stessa, in un appartamento al civico 22 di via Roma.
La lapide. Su Facebook, ieri, lunedì 11 dicembre, è stata pubblicata la foto della lapide di Barberina in frantumi. Tante le persone che si sono già rese disponibili a donare qualche euro per la riparazione. A farsi avanti anche Mario Tola, storico dell’arte e curatore di diversi progetti di restauro. Nei prossimi giorni sarà studiata la migliore soluzione e la speranza è che, con l’intervento di un marmista, si riesca presto ad aggiustare una lapide che, nel suo piccolo, è anche lei protagonista di un pezzo di città che non esiste più.