La Nuova Sardegna

Sassari

La protesta

Sassari, la fogna esplode in via Monteverdi. I cittadini: «Esasperati e abbandonati da tutti»

di Dario Budroni

	Giuseppina Secchi davanti alla perdita fognaria di via Monteverdi
Giuseppina Secchi davanti alla perdita fognaria di via Monteverdi

La rabbia degli abitanti di una casa popolare nel quartiere di Santa Maria di Pisa: «I liquami invaderanno gli appartamenti»

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Sassari. Si attacca al telefono, si arrabbia, ma non sembra per nulla sorpresa. Giuseppina Secchi ha ormai perso il conto delle volte che la fogna le è esplosa sotto casa. Neanche un anno fa le cose erano andate addirittura peggio, quando i liquami avevano invaso il bagno, le stanze e i corridoi del suo appartamento. «La mia paura è proprio quella: se non intervengono, prima o poi la fogna tornerà nuovamente su» dice la donna mentre si aggira attorno al tombino che continua ad alimentare una gigantesca pozza giallognola e maleodorante. Insomma a Santa Maria di Pisa, ai piedi delle case popolari all’angolo tra le vie Monteverdi e Giordano, le cose non sono certo cambiate. «E la cosa assurda è che non interviene nessuno – dice ancora Giuseppina Secchi –. Noi telefoniamo e segnaliamo, ma dei lavori neanche l’ombra».

Fogna in casa. Chi abita da queste parti ci ha quasi fatto l’abitudine e sa che prima o poi la fogna tornerà a esplodere ancora una volta. «È da un pezzo che ci hanno tolto la dignità – dice la donna insieme alle figlie Martina e Letizia –. Io vivo anche con due persone anziane e sono entrambe allettate. E la puzza di fogna si sente anche se teniamo le finestre chiuse. Questa non è vita». Tutta colpa di un sistema fognario al collasso. Le canalette in muratura sono in pessime condizioni e i pozzetti si sono più volte intasati. In particolare nella parte più bassa della strada, dove, al primo piano, abita Giuseppina Secchi. «Tempo fa avevamo chiamato l’autospurgo e l’avevamo pagato di tasca nostra – spiega ancora la donna –. Però non possiamo pensarci sempre noi, questa è una situazione che va risolta una volta per tutte. Ma il problema è che da Area ci rispondono che la competenza non è la loro e la stessa cosa ci dicono dal Comune e da Abbanoa. Cosa dobbiamo fare? Di certo non possiamo continuare a vivere in mezzo agli escrementi e ai topi».

Cittadini soli. Il caso di via Monteverdi, comunque, è solo uno dei tanti. Tra fogne, umidità e piogge di calcinacci, quasi tutte le case popolari della città si trovano in una situazione da allarme rosso. Le segnalazioni del comitato di quartiere Latte Dolce Santa Maria di Pisa, per esempio, sono praticamente all’ordine del giorno. «La famiglia di via Monteverdi è esasperata, come il resto del palazzo e della via – dice Gianluigi Onida, uno dei rappresentanti del comitato –. Spero che qualche politico si faccia carico del problema e aiuti a risolvere, con i fatti, questa brutta situazione». Poi un riferimento alle altre battaglie del comitato di quartiere: la riqualificazione della storica locomotiva di Latte Dolce e la messa in sicurezza della bretella che collega i due rioni con viale Porto Torres. «Per la locomotiva ci ha risposto l’assessore regionale Antonio Moro e per la bretella l’assessore comunale Carlo Sardara – ricorda Onida –. E per via Monteverdi a quale santo dobbiamo rivolgerci? Ormai i residenti sono esasperati e disgustati da un odore nauseabondo che va ad aggiungersi al degrado generale degli stabili popolari. Quella della fogna è una storia che si ripresenta puntuale in occasione delle prime piogge. E non dimentichiamoci che, oltre a quello dei liquami, c’è anche il problema dei topi. In una situazione così malsana loro ci sguazzano. E lo dico nel vero senso della parola».

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