Osilo, accoltellò il padre mentre dormiva: giudizio immediato per una 30enne
La donna ritenuta parzialmente incapace e di volere da una perizia psichiatrca è ancora rinchiusa nel carcere di Bancali
Sassari È stato chiesto il giudizio immediato per la trentenne di Osilo che la notte tra il 23 e il 24 marzo di quest’anno aveva accoltellato il padre durante il sonno con un grosso coltello da cucina, ferendolo alla spalla e al braccio.
La giovane, assistita dall’avvocato Gian Mario Fois, è ancora rinchiusa nel carcere di Bancali con l’accusa di tentato omicidio e affronterà il processo con il rito abbreviato.
Il titolare dell’indagine, il sostituto procuratore Giovanni Porcheddu ha chiuso le indagini dopo l’esito della perizia psichiatrica disposta dal giudice delle indagini preliminari Sergio De Luca e chiesto che la 30enne venga processata.
Gli accertamenti eseguiti dalla dottoressa Claudia Granieri avevano riscontrato «una capacità di intendere e volere fortemente scemata e una personalità socialmente pericolosa». Anche lei aveva riportato un taglio profondo alla coscia durante l’aggressione armata al padre.
Il gip Sergio De Luca aveva disposto una perizia psichiatrica mentre il pubblico ministero aveva sollecitato una consulenza medico legale per accertare “il numero di ferite, la natura delle stesse e la durata delle lesioni cagionate alla persona offesa”. Ma anche “descrivere la più probabile ricostruzione della dinamica dell’aggressione e la posizione assunta dalla vittima nel momento in cui veniva colpita dal suo aggressore, specificando se le ferite e le lesioni subite dalla persona offesa siano compatibili con il coltello in sequestro e se abbiano messo in pericolo la vita dell’uomo”.
Era stata la madre della giovane, che dormiva accanto al marito, a chiamare il 118 e poi erano intervenuti anche i carabinieri. Le ferite riscontrate sul corpo dell’uomo – che fortunatamente non era stato colpito in organi vitali – erano chiaramente riconducibili a un’aggressione. Forse nel tentativo di proteggersi aveva riportato lesioni anche sulla testa e nella parte superiore del corpo. Il padre della trentenne è assistito dall’avvocato Mario Pittalis. Durante l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice delle indagini preliminari Sergio De Luca, la donna si era avvalsa della facoltà di non rispondere, rilasciando dichiarazioni spontanee: «Sono sconvolta – aveva detto – non volevo ucciderlo. Sono piombata lentamente in un vortice di irrazionalità e follia e non ricordo più cosa sia successo...». Poche ma significative parole che avevano convinto il gip a disporre una perizia psichiatrica urgente.
I colpi inferti alla spalla e al braccio destro del padre sarebbero stati diversi. Una ricostruzione che, per il giudice, giustificherebbe la contestazione del reato di tentato omicidio: la dinamica, il mezzo utilizzato per colpire il genitore, oltre al fatto che l’aggressione sarebbe avvenuta mentre lui dormiva e quindi non poteva difendersi.
Restano ancora poco chiari i motivi dell’aggressione. Non si sa, al momento, se tra padre e figlia i rapporti fossero tesi da tempo o se, proprio prima di andare a letto, i due abbiano avuto qualche accesa discussione. Rabbia che la donna ha tenuto dentro e che potrebbe poi essere esplosa all’improvviso facendole compiere un gesto che lei stessa non ha saputo giustificare.