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Alghero, il Touch a rischio chiusura dopo l’aggressione di Ferragosto

di Nadia Cossu
Alghero, il Touch a rischio chiusura dopo l’aggressione di Ferragosto

Convocato un incontro tra Comune e Questura chiesto dal sindaco Raimondo Cacciotto

22 agosto 2024
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Sassari Al di là di ricostruzioni ancora sommarie, di rimpallo di responsabilità e muri difensivi innalzati dal gestore del locale, quanto successo la notte del 14 agosto nella discoteca “Touch on the beach” di Alghero è un fatto accertato: un ragazzo di 23 anni è stato colpito con violenza inconcepibile. C’è un video con immagini nitide e complete che lo dimostra. E per far luce su eventuali responsabilità e su provvedimenti da adottare, domani 23 agosto, si terrà un incontro in municipio.

Lo ha chiesto il questore di Sassari al sindaco Raimondo Cacciotto. La gravità dell’episodio – che avrebbe davvero potuto avere conseguenze tragiche – merita una ricostruzione fedele e dettagliata. Il 23enne è stato immobilizzato, quindi impossibilitato a tentare anche un minimo gesto di schivata dei colpi. E ancora – sottolineando doverosamente che non esistono ragioni al mondo tali da giustificare un’aggressione – in questo caso nemmeno c’era un “motivo” per il quale la vittima tornasse a casa col volto sanguinante e tumefatto. Con fratture che i medici del maxillo-facciale stanno valutando e che potrebbero richiedere persino uno o più interventi chirurgici. Perché quel giovane era lì a trascorrere una serata estiva con gli amici e improvvisamente si è ritrovato in mezzo a una baraonda. Scambiato forse per un’altra persona o colpito a caso in uno sfogo di rabbia. Un’altra cosa è certa: chi gli ha sferrato il pugno non era un cliente qualunque bensì un ragazzo con auricolare e radiolina.

Un addetto alla sicurezza, quindi. Ma Federico Salis, gestore della discoteca, nega che fosse uno dello staff: «Non l’ho mai visto, sfido chiunque a dimostrare che quella persona abbia mai lavorato per noi». Il perché avesse gli apparecchi in dotazione ai buttafuori resta quindi un mistero – se si vuole dar credito alle sue dichiarazioni – e a quel punto Salis avrà modo di spiegarlo agli investigatori. Intanto il padre del 23enne – che ha presentato una denuncia ai carabinieri di Alghero – comprensibilmente chiede chiarezza su quanto accaduto e soprattutto giustizia.

«Mio figlio poteva morire, una persona gli teneva ferme le gambe e gli bloccava il collo, una presa tipica da arti marziali, e lui non poteva muoversi, tanto meno difendersi. Aveva anche una mano fasciata per via di un’ustione, non era un pericolo per nessuno ed è stato colpito senza un motivo». I primi provvedimenti starebbero già arrivando. Sarà il primo cittadino in persona a presiedere la commissione sicurezza convocata per domani mattina su richiesta della questura. In quell’occasione sarà esaminato nel dettaglio quanto successo alle 5 del mattino del 15 agosto e si faranno dei ragionamenti anche su altri aspetti, ad esempio sull’opportunità di tenere aperta in quella zona una struttura che era nata con una destinazione d’uso ben diversa. Valutazioni che potrebbero determinare anche una sospensione dell’attività, a maggior ragione alla luce di quanto si è verificato alcune notti fa. «Siamo a completa disposizione delle forze dell’ordine e della vittima dell’aggressione – sono state le parole del gestore – In tanti anni in questo settore non è mai capitato nulla di simile, conosco da tempo i ragazzi che lavorano con me e sanno bene come devono comportarsi. Siamo intervenuti subito, me compreso, per calmare gli animi e separare i coinvolti. Stiamo subendo un attacco mediatico ingiusto».

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