La Nuova Sardegna

Sassari

Il paese che resiste

Semestene in festa: «Siamo felicissimi per l’arrivo di Landhe Yu: è il simbolo della rinascita»

di Francesco Zizi
Un murales nel paesino di Semestene
Un murales nel paesino di Semestene

Dagli anni Sessanta a oggi gli abitanti sono passati da 600 a 120

18 ottobre 2024
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Semestene Ci sono due inglesi in un bar a Semestene. Non è l’inizio di una barzelletta, ma il segnale che qualcosa sta cambiando nel piccolo paesino del Meilogu. «See you soon!» saluta così Enzo Piu, il gestore dell’unico bar del paese, i due turisti che si allontano per una passeggiata nel centro del paese, sicuramente ignari della nascita della piccola Landhe Yu, un evento quasi epocale. «Abbiamo appreso della bellissima notizia – racconta Enzo Piu – siamo felicissimi perché è un altro simbolo di rinascita».

E se gran parte del paese ha accolto con grande gioia l’arrivo della nuova semestenese, qualcun altro è rimasto all’oscuro della bella notizia, un po’ come i due turisti inglesi. «Bho, non ne sapevamo nulla» affermano due anziani fermi sull’uscio di casa. Anche dagli uffici del Comune, con un po’ di sorpresa per il fatto che una nascita in casa dopo cinquant’anni abbia fatto notizia, si lasciano andare ad una dichiarazione di moderato ottimismo. «Siamo molto contenti per tutta la comunità, speriamo che sia un bel segnale per il futuro».

Anche la sindaca Antonella Budda si unisce al coro: «Ogni nuova nascita rappresenta per la comunità un dono prezioso. È la vita che sboccia, fonte di speranza e promessa di futuro». La tiepida fiducia per aver “estorto” qualcosa si spegne subito. Un uomo sulla quarantina, in evidente silenzio stampa, intento a fumare una sigaretta sui gradini di casa, alla domanda se avesse saputo della bella notizia risponde con un lapidario cenno affermativo con il capo. Un’altra signora, evidentemente informata sui fatti, liquida la questione con un ieratico: «Eja, già lo sappiamo!».

Ci pensa, la guida alpina (non autoctona) Marco Corti, che possiede una casa a Semestene e passa diversi periodi dell’anno in paese, a riaccendere l’entusiasmo: «Finalmente! Siamo contentissimi e speriamo che sia indice che qualcosa sta cambiando. Noi ci mettiamo del nostro, abbiamo organizzato da poco una tre giorni dedicata alle esplorazioni, e alla visione di documentari sul con speleologi e docenti universitari e in conclusione una cena offerta a base di polenta taragna, c’è stata grande partecipazione. Questo paese merita tanto».

Ed effettivamente il paese merita: pulito, accogliente e decorato dai bellissimi murales di Pina Monne, che svelano un’anima vagamente artistica del luogo. Inoltre il piccolo centro è dotato di un’area camper, un anfiteatro e una piscina comunale. Quella che non è presente invece, è la linea telefonica e figurarsi quella internet. Mancanze che riportano agli anni in cui era nata in casa l’ultima semestenese, esclusa Landhe Yu. E alla guida aplina Marco Corti fa coro l’indispensabile cicerone Enzo Piu, gestore del bar: «Nel paese ultimamente ci sono tanti eventi culturali e non solo, una delle ultime serate di karoke del mio locale ha visto la partecipazione di 120 persone. Inoltre abbiamo ospitato la presentazione del libro di Vindice Lecis “L’Alternos-il romanzo della sarda rivoluzione”».

Il bar, come in tutti i piccoli paesi, è il perno sociale su cui ruota tutta la vitalità del paese: «Semestene si trova in una via di mezzo, ad appena 6 chilometri dalla 131, dunque riusciamo ad intercettare tutti i ragazzi dei paesi, è fondamentale che in qualche modo ci si incontri e non si perda la voglia di incontrarsi, punto a far diventare il locale un centro sociale, è l’unico modo.

Il paese è stato infatti fortemente colpito dallo spopolamento, e dagli anni ’60 a oggi si è passati dai circa 600 abitanti ai poco più di 120, e non tutti sono residenti, però resistiamo» conclude Enzo Piu. Semestene continua a lottare, e ai 122 abitanti della scorsa settimana adesso si aggiunge anche la piccola Landhe Yu.

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