La Nuova Sardegna

Sassari

Le indagini

Morte di Davide Caria, recuperata la barca del naufragio: era finita nelle reti di un motopesca

di Gianni Bazzoni
Morte di Davide Caria, recuperata la barca del naufragio: era finita nelle reti di un motopesca<br type="_moz" />

Il mistero sulle ultime ore insieme dei due cugini. Il ruolo del sopravvissuto Giovannino Pinna

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Sassari È stata recuperata l’imbarcazione che il 31 ottobre era stata agganciata a 35 metri di profondità al largo di Marritza dalle reti di un motopesca del compartimento marittimo di Porto Torres. L’operazione di recupero è stata eseguita dalla Guardia costiera con la collaborazione di una azienda specializzata. E dalle prime valutazioni si tratterebbe proprio del semicabinato di sei metri affondato il 12 aprile del 2023 e sul quale si trovavano i cugini sassaresi Giovannino Pinna di 35 anni e Davide Calvia, di 37. Un naufragio misterioso e sul quale mancano elementi di chiarezza, soprattutto per gli aspetti legati alla morte di Davide Calvia: il suo corpo era stato trovato privo di vita nel litorale di Lu Bagnu dieci giorni dopo il naufragio.

L’imbarcazione recuperata è stata messa in sicurezza e sistemata in un’area protetta in attesa delle prossime mosse da parte della magistratura.

C’è grande interesse per i risultati degli esami che dovranno essere eseguiti dagli esperti della scientifica, anche se è difficile immaginare l’eventuale presenza di tracce biologiche dopo una permanenza in mare di oltre un anno e mezzo. Due punti di certezza però ci sono già: la barca è quella sparita dal molo di Porto Torres e della quale il proprietario aveva denunciato il furto e che, quindi, sarebbe stata utilizzata dai due cugini pare per andare a pescare. E il punto di ritrovamento è assolutamente diverso da quello indicato da Giovannino Pinna al momento della richiesta di soccorso (aveva segnalato la presenza dell’imbarcazione che affondava nella zona di Fiume Santo, direzione Stintino) perché il semicabinato è stato agganciato dalle reti del motopesca “Espero” di Porto Torres al largo di Marritza (direzione Castelsardo), in un tratto di mare quindi compatibile con il luogo del ritrovamento di Giovannino Pinna, il 13 aprile - il giorno successivo al naufragio - poco dopo le 20 sulla battigia di Porchile, al nono pettine. Semi assiderato, ma vivo, era stato trasportato al “Santissima Annunziata” di Sassari dove era rimasto ricoverato per un po’ di tempo. Dieci giorni più tardi, a conclusione di ricerche estese anche fino a Santa Teresa Gallura, il corpo senza vita di Davide Calvia era stato avvistato e recuperato nel litorale di Lu Bagnu.

Il mare prende e il mare restituisce, mai il vecchio detto dei pescatori è stato così attuale: la barca cercata per mesi e ricomparsa improvvisamente e in maniera assolutamente casuale. É finita nel “sacco” di un peschereccio alla sua prima uscita dopo il periodo di fermo biologico. Il comandante dell’Espero e il suo equipaggio avevano tentato un recupero che però non era andato a buon fine perché non c’erano allora le condizioni di sicurezza.

Del ritrovamento era stata informata subito la Capitaneria di porto ed era stata presa la decisione di fissare un pallone di segnalazione e registrare le coordinate in modo da consentire una facile individuazione.

Per settimane la barca è rimasta in fondo al mare fino a quando la Guardia costiera non ha creato le condizioni per il recupero. Il semicabinato è stato rimorchiato in porto e poi affidato in custodia in attesa delle prossime mosse. Le indagini non si sono mai fermate e l’attesa era rivolta a qualche elemento di novità che oggi è rappresentato dal ritrovamento della barca che sarebbe stata utilizzata dai due cugini, in una zona di mare che è opposta a quella dove inizialmente si erano sviluppate le operazioni dei soccorritori che non erano riusciti a trovare naufraghi e barca per il semplice fatto che non erano a Fiume Santo ma dalla parte opposta, verso Marritza. E l’ultima telefonata avrebbe agganciato proprio la cella di Marritza.

Gli investigatori hanno a disposizione nuove conoscenze per chiarire il mistero del naufragio e le cause della morte di Davide Calvia: deceduto per “politraumatismo contusivo che avrebbe prodotto uno “shock traumatico acuto”. E c’è una domanda ancora senza risposta: cosa è successo quella notte sulla barca. Davide Calvia è stato ucciso e se si da chi?




 

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