La Nuova Sardegna

Sassari

In tribunale

Sequestro lampo di Alghero, Iacono in silenzio davanti al gip

di Luca Fiori

	Gli agenti della Squadra mobile durante le indagini
Gli agenti della Squadra mobile durante le indagini

Il 32enne resta a Bancali è stato arrestato con l’accusa di aver rapito e pestato a scopo di estorsione un imprenditore. Il suo complice 16enne sarà interrogato giovedì 19

2 MINUTI DI LETTURA





Sassari È comparso stamattina in tribunale davanti al giudice delle indagini preliminari Giuseppe Grotteria e si è avvalso della facoltà di non rispondere, il 32enne Dimitri Iacono. L’uomo resta in carcere a Bancali.

Iacono era stato arrestato sabato 14 dicembre dalla Squadra mobile di Sassari per aver sequestrato, picchiato e minacciato con una pistola un imprenditore algherese per estorcergli 50mila euro. L'interrogatorio del minorenne di 16 anni arrestato insieme con Iacono, è stato fissato invece per giovedì 19.
Stamattina i difensori di Iacono, gli avvocati Elias Vacca e Marco Salaris, hanno annunciato che presenteranno a breve una memoria difensiva. Iacono è accusato dei reati di sequestro di persona, estorsione aggravata e porto illegale di armi.

Secondo gli elementi raccolti dagli ispettori della Squadra mobile, guidati dal dirigente Michele Mecca, l'imprenditore è stato avvicinato tre giorni fa dai due malviventi. Minacciandolo con una pistola sono saliti sulla sua auto e lo hanno costretto ad andare lungo la strada per Bosa e a fermarsi dopo pochi chilometri in un viottolo rurale.

Qui lo hanno picchiato - il 33enne lo ha anche colpito alla testa con il calcio della pistola – e gli hanno chiesto 50mila euro. Per fargli capire che facevano sul serio hanno anche esploso un colpo di pistola, che ha infranto uno dei vetri dell'auto, una Bmw.

L'imprenditore terrorizzato e ferito dalle botte ricevute, ha acconsentito al pagamento. Sono così andati a casa sua da dove ha preso tutto il contante che aveva a disposizione, poco più di 10mila euro, e lo ha consegnato ai suoi aguzzini. I due sono andati via con la minaccia che se non avesse consegnato il resto dei soldi richiesti da lì a pochi giorni, si sarebbero rifatti vivi.

Primo piano
Sanità malata

Una Tac? «Ci vediamo tra un anno»

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative