La Nuova Sardegna

Sassari

Allarme sicurezza

Stupro in via Angioy: «Abbiamo paura a uscire da sole»

di Davide Pinna
Stupro in via Angioy: «Abbiamo paura a uscire da sole»

Dopo la violenza sulla 23enne arriva la richiesta alle istituzioni: «Strada troppo buia, intervenite»

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Sassari Via Angioy, all’ora di pranzo, non sembra certo un angolo d’inferno. C’è l’università, girato l’angolo ci sono gli uffici del Comune di Cortesantamaria, è un continuo via vai di studenti, anche delle scuole superiori. Le persone passeggiano, fanno commissioni, vanno a lezione, si fermano a prendere un caffè al bar o a mangiare qualcosa. Una via normale di una città normale, se non si presta troppa attenzione a certe case, belle ma vecchie e malandate.

Eppure, lunedì pomeriggio, intorno alle 20, un angolo di inferno lo è diventato. Lo ha raccontato una 23enne, che ha denunciato alla polizia di essere stata vittima di una violenza sessuale per strada, da parte di uno sconosciuto. Una notizia che ha destato grande preoccupazione, soprattutto fra le persone che frequentano via Angioy dopo che è calato il sole e quando sono state tirate giù le saracinesche della attività commerciali. Come gli studenti che abitano nella residenza Ersu.

«Mai da sole» Un gruppetto, tre ragazze e un ragazzo, è seduto ai tavolini del Caffè Fontana, proprio davanti al dipartimento di Scienze economiche e aziendali. «Se me la sentirei di tornare qui a casa da sola? Neanche per sogno» racconta una di loro. «Anche prima che arrivasse questa notizia, ci facevamo sempre accompagnare. Ma ora siamo ancora più preoccupate, prendiamo tutte le precauzioni possibili: andiamo in giro con le chiavi in mano, non indossiamo le auricolari, evitiamo le zone più buie». D’altra parte, non è la prima volta che accade: «Lo scorso anno – raccontano –,una studentessa è stata inseguita, si è messa a correre ed è riuscita a mettersi in salvo all’interno della casa dello studente. Fortunatamente aveva trovato il cancello pedonale aperto e la guardia giurata è stata pronta a intervenire, ma ha rischiato parecchio». Il ragazzo che è con loro, Flavio Masala, accetta di farsi intervistare: «Proprio ieri, in cucina, un nostro collega mi ha confidato la sua preoccupazione: la ragazza viene a trovarlo la notte e parcheggia alla chiesa di Sant’Agostino, in un punto molto buio. D’ora in poi, le andrà incontro e la accompagnerà al ritorno». Flavio si fa portavoce delle esigenze degli studenti: «Cosa ci farebbe stare un po’ più tranquilli? Più illuminazione e soprattutto più controlli, sapere che ogni tanto qui passa qualche auto delle forze dell’ordine o che c’è vicino un presidio fisso pronto a intervenire».

Paura del buio Davanti all’ingresso della facoltà, c’è un bar tabacchi molto frequentato, da studenti e docenti in pausa, lo Smoke Cafè. La titolare Patrizia Piras non si nasconde: «Se siamo un po’ più preoccupati, dopo questa notizia? Be’, direi proprio di sì. Ma a dir la verità, anche prima, ho sempre preso tutte le precauzioni. La mattina, quando apriamo alle 6.30, non vengo mai da sola, mi faccio accompagnare dal mio compagno, e stessa cosa quando chiudiamo, dopo le 21. Sa, questo è un bar tabacchi e spesso queste attività vengono prese di mira dai rapinatori». Il problema principale è il buio: «Certamente la sera, ma soprattutto la mattina presto, qui non si vede proprio niente. Il giorno dopo il fattaccio, ho visto che una delle ragazze che fa le pulizie all’università, che arrivano qui prestissimo, si è fatta tutto il tragitto fino alla macchina parlando al cellulare. Cosa chiediamo alle istituzioni? Un po’ più di luminosità, più luce c’è e meglio è. E poi anche qualche controllo in più non sarebbe male, per sentirci un po’ più sicuri».

«Nessuna emergenza» «Ma attenzione a non creare allarmismi» dice, da dietro il bancone, il titolare del Caffè Fontana. Che spiega: «Guardi, io sono qui da undici anni e ho subito quattro furti. Ti infastidisce, ma fa parte del gioco. Ma non ho mai subito, né avevo mai sentito da altre persone, di aggressioni ai danni di persone». Il barista aggiunge: «Questo è una via che lavora con gli uffici, le scuole e l’università: alla sera quasi tutte le attività chiudono, bastano tre lampioni spenti e diventa un posto spettrale. Però attenzione, non credo ci sia un’emergenza».

Le indagini Intanto proseguono le indagini della polizia, alla caccia del responsabile della violenza sessuale, anche grazie alla descrizione fornita dalla vittima, che avrebbe riferito che l’aggressore aveva la pelle bianca. L’uomo ha agito quando la gran parte delle attività commerciali della via era ancora aperta, intorno alle 20, perciò elementi decisivi per l’identificazione potrebbero arrivare dai racconti di eventuali testimoni.

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