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Mor, il senegalese innamorato di Sassari: «Mi manca il mio paese ma qui mi sento a casa» – Guarda il VIDEO

di Luca Fiori
Mor, il senegalese innamorato di Sassari: «Mi manca il mio paese ma qui mi sento a casa» – Guarda il VIDEO

Arrivato in Italia nel 2010 il 42enne ha passato anni difficili prima di trovare lavoro nella pizzeria Cocco di via Rosello

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Sassari Quando è arrivato a Sassari quindici anni fa non parlava una parola di italiano, aveva lasciato in Senegal suo figlio di appena un anno e aveva un disperato bisogno di lavorare per mandare i soldi a casa. Ma anche la speranza di sentirsi accolto. Ha passato anni difficili Mor Ndiaye - 42 anni e un sorriso che conquista in pochi secondi - e poco dopo il suo arrivo in città è stato anche vittima di un pestaggio.

«Un gruppo di sei-sette ragazzini a cui avevo proposto di comprare un accendino in piazza Castello – racconta durante una passeggiata da via Rosello a piazza Tola – non capì quello che dicevo, mi presero in giro e alla fine mi aggredirono. Sono passati tanti anni – aggiunge – e fortunatamente qui a Sassari mi sono successe tantissime cose belle, che quella l’ho dimenticata». 

Tra le cose belle accadute a Mor - presenza costante nelle nottate estive in piazza Tola o nei locali del centro, con le sue battute e qualche oggettino da vendere - c’è il contratto a tempo indeterminato che gli ha offerto Simona Cocco, della pizzeria di via Rosello. «Stavo cercando una persona e mio fratello, a cui lui si era rivolto più volte per chiedere un impiego – spiega la titolare dell’attività del centro aperta nel 1968 – mi ha presentato Mor. Oggi siamo felici di lui – sorride – a volte ci fa impazzire perché ha la testa da un’altra parte, ma ci fa anche tanto ridere, perché è un ragazzo simpaticissimo ed è una bravissima persona di cui ci possiamo fidare». 

Grazie al lavoro regolare in via Rosello Mor ha potuto rinnovare il permesso di soggiorno, continuare a vivere in città e a mantenere la famiglia in Senegal. «Mio figlio ora ha 16 anni – racconta davanti alla statua di Pasquale Tola – e ama giocare a calcio. Mi piacerebbe un giorno portarlo qui in Sardegna e magari vederlo giocare nella Torres. Io sono un grande tifoso dei rossoblù – aggiunge – sono amico del capitano Gigi Scotto e di Alessandro Masala, due ragazzi sassaresi bravissimi. Mi piace anche il basket e noi senegalesi siamo molto orgogliosi del nostro connazionale Ousmane Diop – prosegue Mor – che ora gioca a Milano, ma che è partito da Sassari. E poi adoro Marco Spissu – conclude – questa tuta della Dinamo che indosso me l’ha regalata lui». Perfettamente integrato nell’ambiente cittadino, oggi Mor può dire che il suo sogno di sentirsi accolto dalla città si è realizzato. 

«Il Senegal mi manca – spiega mentre seduto su una panchina di piazza Tola, un velo di malinconia prende il posto del solito sorriso – là ci sono i miei genitori anziani, mia moglie e mio figlio, ma ora anche a Sassari mi sento a casa. Sono stato anche nel nord Italia – aggiunge – ma Sassari è unica, sono innamorato della festa dei Candelieri e dei sassaresi. Ho tantissimi amici qui – prosegue – la famiglia Cocco, che mi ha dato un lavoro a tempo indeterminato, mi tratta come un figlio. Queste sono cose che mi ripagano dei primi anni in Italia che sono stati difficili. Il razzismo? Per me Sassari non è una città razzista, noi stranieri siamo bene integrati». 

Informatissimo sull’attualità e sulla politica, Mor conosce il nome del presidente della Repubblica, e anche se su quello del governatore della Sardegna è rimasto indietro di un mandato, sul sindaco della città che lo ha adottato, non solo non sbaglia, ma si dichiara un suo sostenitore. «Giuseppe Mascia è amico mio – racconta – quando è stato eletto sono stato veramente felice. Non ho mai visto un sindaco come lui – aggiunge – è veramente una brava persona che si ferma a parlare con tutti». 

E poi c’è un’altra cosa che dimostra la perfetta integrazione di Mor, il cibo. «Adoro la cucina italiana – spiega – gli spaghetti, la pizza e la pasta al forno sono i miei piatti preferiti. Anche se in questi giorni – sorride – sto facendo il Ramadan e sto mangiando solo riso».

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