La Nuova Sardegna

Sassari Non violenza sessuale ma violenza privata: la riqualificazione del reato da parte del collegio presieduto dalla giudice Monia Adami (a latere Valentina Nuvoli e Paolo Bulla) ha determinato, ieri mattina, una condanna più lieve nei confronti dell’imputato, un 51enne residente in un paese dell’hinterland: tre anni e sei mesi di reclusione contro i sette anni che aveva chiesto la Procura. L’uomo era finito a giudizio con accuse pesantissime: violenza sessuale, minacce e maltrattamenti nei confronti dell’ex moglie di 32 anni.

Tra il 2016 e il 2022, come aveva ricordato il pubblico ministero Giovanni Porcheddu nella sua discussione, la relazione tra i due coniugi era fortemente condizionata dall’assunzione di alcol da parte dell’uomo. Stando alla ricostruzione della vicenda emersa nel corso dell’inchiesta l’imputato avrebbe voluto avere un figlio ma l’ex compagna riteneva invece che entrambi non fossero ancora pronti per la genitorialità. Il 51enne, nonostante la contrarietà della moglie, secondo l’accusa l’avrebbe costretta ad avere due gravidanze indesiderate. A questo si sarebbero aggiunte le offese, gli insulti e le violenze fisiche e psicologiche che in alcuni casi sarebbero avvenute anche davanti alle figlie della coppia. In un’occasione, sotto l’effetto dell’alcol, l’uomo avrebbe anche maltrattato una delle due bambine che, finendo a terra, aveva riportato un trauma cranico.

La persona offesa si era costituita parte civile con gli avvocati Daniela Masala e Gian Marco Mura. Il collegio ieri ha condannato l'imputato – difeso dall'avvocato Agostinangelo Marras – anche al risarcimento del danno patito dalle parti civili da liquidarsi in un separato giudizio civile, riconoscendo per la ex moglie e per ciascuna delle due figlie una provvisionale immediatamente esecutiva. E dovrà anche pagare le spese processuali. Il 51enne è stato dichiarato interdetto dai pubblici uffici per cinque anni. (na.co.)