La Nuova Sardegna

Sport

E l’eliminazione ci costa sei milioni

di Pietro Oleotto

Sarebbe stato il premio Fifa per gli ottavi. Per la Figc saldo attivo di due milioni

3 MINUTI DI LETTURA





INVIATO A RIO DE JANEIRO. Non sono “in rosso” i conti in tasca che hanno fatto imbestialire Cesare Prandelli, facendogli dichiarare, al momento delle dimissioni: «Io non rubo i soldi a nessuno». Parliamo del bilancio economico del Mondiale che non vede un segno meno sotto il totale della “nota spese” degli azzurri, anche se il fallimento sportivo della Nazionale, incapace di superare i gironi eliminatori, ha impedito che nelle casse della federazione confluisse un bel po’ di denaro fresco proveniente dalla Fifa. Se a questo particolare aggiungiamo che le sconfitte non sono certo un appeal per gli sponsor, è facile capire che nelle casse della Figc adesso non ci siano molti soldi, un’annotazione della quale bisognerà tenere conto al momento della scelta del nuovo commissario tecnico, al quale non potrà di certo essere garantito un ingaggio annuale superiore al milione e 600 mila euro, una cifra che può essere considerata meno della “tariffa base” di un allenatore da top club. Tra le ombre della gestione Prandelli, comunque, c’è anche la scelta del Portobello Resort&Safari di Mangaratiba, consigliato da Novella Benini, la compagna del ct uscente, una scelta sbagliata per il clima della zona di Rio (totalmente diverso da quello amazzonico di Manaus e, soprattutto, da quello caldo-umido di Recife e Natal) ed estremamente salata per le tasche della federazione: 806 mila euro per la prima fase, un prezzo piuttosto alto se lo confrontiamo con quello di altre nazionali, la Germania e la Francia. Ma anche il clamoroso flop spagnolo è venuto a costare meno. L’Italia invece ha optato per il Portobello e le sue camere da 350 euro a notte, in una località isolata che ha costretto la federazione al noleggio una nave container per portare dall’Italia tutto l’occorrente, da cibo alle attrezzature d’allenamento e di svago per i giocatori. Ai 806 mila euro del soggiorno a Mangaratiba, poi, bisogna aggiungere i costi della trasferta lunga nel nord-est che ha visto gli azzurri rientrare alla base solo a eliminazione maturata, dopo i soggiorni nel nord est del Brasile per una settimana, circa 150 mila euro tra il Golden Tulip di Recife e il Pestana Resort di Natal. In totale, comunque, le uscite per il fallimentare girone D colorato d’azzurro sono di circa 4 milioni e 700 mila euro, coperti tutti con i nove milioni e mezzo di dollari americani che la Fifa ha girato alla nostra federcalcio come premio per la qualificazione al Mondiale brasiliano. Sono circa 7 milioni di euro: nelle casse della Figc ne restano dunque più di due, ma da qui a trasformare questi numeri in un bilancio di una consolazione economica ce ne passa. Perché se è vero che gli azzurri non percepiranno alcun premio – ci mancherebbe –, visto che sarebbe stato ricompensato soltanto un piazzamento tra le prime quattro, è altrettanto certo che quel gol di Godin è costato ben sei milioni e mezzo di euro (dalla Fifa per gli ottavi di finale), mentre altri 3,5 sarebbero arrivati chiudendo l’avventura ai quarti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
La storia 

Il racconto di una commessa: «Pagata solo 3,50 euro l’ora per lavorare nei festivi»

Video

Rissa furibonda fuori da un locale a Sassari, le impressionanti immagini della notte di follia

Le nostre iniziative