Da matricola terribile a concreta realtà del basket d’élite
SASSARI. Da (ex) bestia nera a cliente scomodo: la regola è la stessa, mai fidarsi dell’Aquila. Nel 2009-’10, mentre Sassari scalava la Legadue sino alla vetta Lega A, Trento con il “Diablo” Esposito...
SASSARI. Da (ex) bestia nera a cliente scomodo: la regola è la stessa, mai fidarsi dell’Aquila. Nel 2009-’10, mentre Sassari scalava la Legadue sino alla vetta Lega A, Trento con il “Diablo” Esposito al timone disputava la sua prima in A Dilettanti. È giovane l’Aquila, “appena” 21 anni di storia alle spalle - nemmeno la metà rispetto ai 56 sassaresi - ma capace di bruciare le tappe e trasformare l’originaria fusione fra Dolomiti Sport B.C. Trento e Pallacanestro Villazzano in progetto vincente. La serie A arriva nel giugno 2014, e arrivano subito anche qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia, i riconoscimenti da Mvp e miglior allenatore dell'anno per l’ormai ex Sassari Mitchell e coach Buscaglia, oltre all’etichetta di rivelazione del campionato. Proprio lo scorso anno, dopo i due scontri di regular season risoltisi a favore dei bianconeri (104-82 a Trento, 84-92 in Sardegna), le strade di Sassari e Trento si incrociano ancora ai quarti playoff. L’Aquila sembra essere l’anti-Dinamo: in gara1, gli uomini di Buscaglia piazzano i punto dell’1-0 (81-70), facendo venire i brividi a un’isola intera. Proprio quel match è considerato una svolta della stagione tricolore della Dinamo, la molla che ha generato la reazione biancoblù (79-88 in gara2) e lanciato il Banco verso il 3-1 finale nella serie, viatico alla cavalcata scudetto. Allora Formenti annientò Mitchell, top scorer trentino che poi, quest’anno, si sarebbe ritrovato addosso la canotta biancoblu, per appena due mesi e senza lasciare un segno tangibile. (g.d.)