IL DERBY CHE NON C’È
Lo hanno chiamato il derby del Mediterraneo, ci hanno inventato persino un hashtag su Twitter e lo hanno condito con due interviste incrociate: Morata che parla dell’Italia, Chiellini che parla della...
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Lo hanno chiamato il derby del Mediterraneo, ci hanno inventato persino un hashtag su Twitter e lo hanno condito con due interviste incrociate: Morata che parla dell’Italia, Chiellini che parla della Spagna.
Ma tolto il sole, il mare e qualche ingrediente della cucina, la Spagna non ha nessun diritto di giocarsi con noi un derby del Mediterraneo, visto che sui migranti va per conto proprio e sembra impermeabile alle troppe tragedie che accadono in mare.
Dei 218.382 arrivi registrati sulle coste europee dall’inizio del 2016, 157.988 sono sbarcati in Grecia (72,3%), ben 59.042 in Italia (27%) e solo 1.352 in Spagna (0,7%), l’unico Paese europeo che - tramite le enclavi di Ceuta e Melilla - confina via terra con l’Africa.
Lo stesso vale per i richiedenti asilo: nel 2015 Madrid ha ricevuto un sesto delle richieste rispetto a Roma, e un terzo erano di ucraini che si trovavano già nel Paese al precipitare della crisi con la Russia.
Secondo Frontex, l’esternalizzazione delle frontiere attuata dalla Spagna (ovvero gli accordi con Senegal, Mauritania e Marocco), insieme al Sistema Integrado de Vigilancia Exterior che elabora i dati delle navi nel Mediterraneo, è una best practice.
Secondo molte associazioni che si occupano di diritti umani, invece, il respingimento di migranti sul suolo marocchino al di fuori di qualsiasi tutela legale costituisce una violazione dei diritti. Se vogliono lo chiamino pure derby del Mediterraneo, questo Italia-Spagna, ma, insomma, sull’accoglienza non ci pare proprio che ci sia partita.
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