Marianna Lauro cala il tris sotto rete
La tennista ploaghese, pluricampionessa italiana, dopo Pechino e Londra cercherà una medaglia anche a Rio
SASSARI. Non c’e due senza tre. Così, dopo Pechino nel 2008 e Londra nel 2012, per Marianna Lauro è arrivato il momento di partire anche per Rio de Janeiro, dove disputerà le sue terze Paralimpiadi consecutive, nella specialità del tennis in carrozzina.
Alla terza partecipazione ormai sarà abituata all’appuntamento a cinque cerchi, o no?
“Diciamo che le Olimpiadi fanno sempre un effetto particolare, una grande emozione, e soprattutto sono il premio dopo tutti i sacrifici che fai in quattro anni, Già la cerimonia di apertura e tutti i festeggiamenti sono molto diversi per esempio da un Mondiale, per quanto anche quella sia una manifestazione importante”.
Sia a Pechino che a Londra è stata eliminata al primo turno, questa volta che obiettivo si prefigge?
“Ogni sportivo, in manifestazioni come queste, ha due obiettivi principali. Il primo è arrivarci, il secondo è vincere una medaglia. Purtroppo sia nel 2008 che nel 2012 sono stata sfortunata al momento del sorteggio e ho incontrato una delle teste di serie, contro cui vincere è davvero difficile. In Brasile spero di essere più fortunata e incontrare, almeno all’inizio, qualche avversaria più abbordabile, poi è chiaro che ci devo mettere del mio. Ma il tabellone verrà stilato dopo la cerimonia di apertura del 7, solo a quel punto si potranno fare delle considerazioni”.
Arriva a Rio come numero 25 del mondo, quali saranno le sue avversarie più temibili?
“Ah, le prime dieci del mondo tutte, anche se in qualche torneo sono riuscita a battere proprio la numero dieci, che è sempre stata la mia bestia nera. Poi ogni gara è diversa, così come ogni contesto, e anche l’emozione ha il suo peso. Io come abitudine preferisco parlare dopo aver giocato, perché non sottovaluto nessuno”.
Da Ploaghe a Rio, un percorso molto lungo.
“Lunghissimo, sono l’unica atleta del paese ad esserci arrivata, e tutti fanno il tifo per me”.
Ha anche ricevuto il Candeliere Ploaghese 2016.
“Sì, due trofei bellissimi, e una cerimonia che mi ha reso molto felice. Anche il Comune mi ha fatto un omaggio per la mia partenza. In realtà comincio anche a sentire un po’ la pressione di tutto questo”.
E come ci si prepara a gestire questa pressione?
“Cerco di non pensarci. Intanto voglio pensare ad arrivare al Villaggio olimpico e allenarmi con i miei amici ed il mio coach, pensando meno alle aspettative, anche perché dall’8 ci sarà da giocare tutti i giorni, senza appello. Chi vince va avanti nel tabellone, e chi perde è fuori”.
E’ stata campionessa italiana ininterrottamente dal 2004 al 2014, come si fa a vincere dieci titoli di seguito?
“Si può, ma intanto quest’anno ho perso contro una ragazza molto più giovane di me, ma davvero brava. Non importa, vuol dire che mi rifarò l’anno prossimo”.