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I due amuleti di Ventura: Bari e il giovane Belotti

I due amuleti di Ventura: Bari e il giovane Belotti

Comincia il nuovo ciclo e il ct va sul sicuro scegliendo un bomber che conosce e una città dove la nazionale non ha mai perso. Ma attenzione alla Francia

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ROMA. Conte, Ventura e Bari è un triangolo perfetto con incroci e rimandi che spiegano la scelta del nuovo ct di inaugurare domani contro la Francia il suo ciclo azzurro, come il predecessore, nel capoluogo pugliese. La promozione ottenuta dal tecnico ex leccese e il decimo posto con un gioco spettacolare di “mister libidine” (termine usato proprio al suo avvento in città) sono i segni dei passaggi dei due allenatori che si sono scambiati il testimone, come in nazionale. E proprio battendo l'Olanda due anni fa al San Nicola l'Italia di Conte ha avviato il suo biennio positivo chiudendo un bilancio negativo degli esordi azzurri che durava da 16 anni. Bari non tradisce, deve avere pensato anche Ventura, visto che in 70 anni di partite della nazionale il bilancio è di nove vittorie e un pari. E così di fronte a una tifoseria che ama il calcio e a cui manca la serie A dall'addio del tecnico nel 2011, Giampiero Ventura debutterà in azzurro a 68 anni affrontando la corazzata francese, rivale storica nel giorno in cui per la prima volta verrà sperimentata la moviola in campo avendo scelto due punte protagoniste in serie A come Belotti e Pavoletti (e lasciando fuori Berardi per l'ira del patron Squinzi).

Esordire bene è importante, ma gli esami cominceranno lunedì in Israele nelle qualificazioni mondiali. I precedenti dimostrano che non sempre partire in quarta evita sbandate. Sulla strada del titolo mondiale l'esordio di Bearzot e di Lippi ha coinciso con una sconfitta, come è accaduto per Prandelli, Donadoni e Bernardini; hanno pareggiato invece Trap, Sacchi e il Lippi bis. Una vittoria per Maldini, Vicini, Valcareggi, Fabbri (sulla strada della Corea), Pozzo (in rotta per il triangolo d'oro di due mondiali e un'Olimpiade) e Conte.

Adesso ci prova una nazionale nuova e molto giovane . A guidarla c'è Andrea Belotti, classe '93, attaccante del Torino e attuale capocannoniere del campionato con 4 reti in due gare. Un inizio boom («Peccato per i due rigori sbagliati» ammicca il giocatore) che lo ha catapultato a Coverciano. D'altronde Ventura, che lo ha allenato un anno fa a Torino, lo conosce bene e ne aveva predetto l'arrivo in azzurro. «Vero, ci conosciamo a fondo ma questo non mi garantirà il posto fisso – sorride l'attaccante – Dovrò giocarmela con tutti, con Pellè, Eder e i campioni che sono qui e sono davvero forti. Però di sicuro io e gli altri giovani non potremo che crescere e migliorare col ct, che è un autentico maestro di tattica».

Belotti non fa mistero di dovergli molto: «È più facile che sia io a dovergli dire grazie che viceversa. A Torino non ha mai smesso di darmi fiducia malgrado le difficoltà iniziali, ha saputo aspettarmi». Ecco una delle doti riconosciute a Ventura, sa lavorare coi giovani, li sa aspettare con fiducia e pazienza, ci sa lavorare per migliorarli e farli diventare protagonisti. Comprensibile che contro la Francia e soprattutto con Israele contro cui conta fare punti il ct s'affiderà gran parte, oltre che al tradizionale modulo 3-5-2 testato anche ieri (presenti come sparring partner i primavera dell'Empoli), a un gruppo collaudato a partire dalla difesa.

«Mi sono emozionato a varcare Coverciano – ha conclusso Belotti – ora farò di tutto per non uscirne più». Lo accostano a Casiraghi e Vieri («Bello ripetere le loro carriere, hanno fatto la storia del calcio italiano ma io vorrei lasciare la mia impronta»), ammira Aguero e soprattutto Shevchenko.

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