Rosse, qui vale di più
Dai trionfi fino ai podi salva-stagione e alle delusioni cocenti
di Nicola Artoni
Luce in fondo al tunnel, ultimo appiglio per cercare di dare un senso a una stagione che di certo nessuno si aspettavano così deludente. La Ferrari si avvicina al Gran premio d’Italia, in programma questo fine settimana sul circuito di Monza. Si torna a casa dunque, con l’unico obiettivo di regalare ai tifosi un risultato importante. Il Gp di casa per la Rossa non è mai un appuntamento qualsiasi. Qui molte volte si è risollevata dopo momenti no, qui altre volte ha subito sconfitte difficili da digerire. Lo scorso anno il secondo posto di Sebastian Vettel salvò i colori della Ferrari, che fu costretta in ogni caso ad applaudire Lewis Hamilton e la Mercedes. La Ferrari si presentava all’appuntamento con un Vettel reduce da due vittorie, un secondo e quattro terzi posti, ma anche da un brutto 12° posto in Belgio. Dopo il secondo posto di Monza arrivarono un’altra vittoria e altri quattro podi, ma il passo di Hamilton e dell’altro pilota Mercedes, Nico Rosberg, era – come del resto oggi – incontenibile per chiunque.
Disastroso invece il Gp d’Italia del 2014. La Ferrari, con Fernando Alonso e Kimi Raikkonen, arriva a Monza con due soli podi raccolti fin lì, con Alonso terzo in Cina e secondo in Ungheria. La qualifica è deludente (Alonso 7°, Raikkonen 12°), la gara non migliora la situazione, con lo spagnolo addirittura ritirato e il finlandese nono. La Ferrari non otterrà altri podi, in una delle stagioni peggiori del recente passato. Per vedere una Rossa sul gradino più alto del podio a Monza è necessario tornare indietro al 2010. Il duello tra Vettel (allora alla Red Bull) e Alonso è serratissimo e i due arrivano in Italia con due vittorie a testa e diversi altri podi. Lo spagnolo fa il capolavoro, conquista la pole e non si schioda più dal primo posto, facendo esplodere di gioia la marea rossa presente sulle tribune. Il trionfo è completato anche dal terzo posto di Felipe Massa. Alonso vince anche la gara successiva, a Singapore, ma viene beffato da Vettel allo sprint, con il tedesco che si laurea campione con 256 punti, contro i 252 dell’iberico.
Nel decennio 1996-2006 le vittorie della Ferrari sono addirittura sette. Protagonista assoluto è Michael Schumacher, con cinque trionfi. Il primo e l’ultimo sono i più memorabili. Nel 1996 il tedesco è alla prima stagione sulla Rossa e sta già dimostrando di cosa è capace. A Monza arriva dopo il primo posto in Belgio, ma la lotta per la vetta è ardua a causa di una serie di risultati (due ritiri, una mancata partenza, un 4° e un 9° posto) nelle precedenti cinque gare. In pole parte Jacques Villeneuve, ma Schumi ne ha di più e ottiene il primo dei suoi successi a Monza. Il compagno Eddie Irvine si ritira (lo farà per otto gare consecutive in quella stagione), Schumi chiuderà poi terzo nel Mondiale.
Altro Gp storico è quello del 2006. Schumi trionfa davanti a Raikkonen e annuncia a fine gara il ritiro. Al suo posto, dall’anno successivo, arriverà proprio il finlandese. Il tedesco vincerà anche in Cina, ma perderà poi il titolo in favore di Alonso a causa di un ritiro e di un quarto posto nelle ultime due gare.
Tornando molto più indietro, leggendaria la doppietta di Alberto Ascari nel 1951 e nel 1952, con la seconda vittoria che arrivò dopo altri cinque trionfi e gli consegnò il titolo. Double anche per l’inglese Phil Hill (1960 e 1961) e iride conquistata nel 1961, per un solo punto sul tedesco Wolfgang von Trips. L’ultimo italiano ad aver vinto a Monza è Ludovico Scarfiotti, del quale parliamo in controcopertina. Clay Regazzoni vinse due volte (1970 e 1975), ma non riuscì mai a conquistare il titolo con la Rossa. Nel 1979 Jody Scheckter trionfò a Monza davanti al compagno Gilles Villeneuve e si laureò campione del mondo, con tanto di titolo costruttori.
Speciale il Gp del 1988. Nel bel mezzo del duello Senna-Prost a Monza vinse il ferrarista Gerhard Berger, davanti al compagno Michele Alboreto. Un modo speciale che il destino scelse per salutare un’ultima volta Enzo Ferrari, scomparso poche settimane prima.
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